lunedì 31 dicembre 2012

The best of 2012

Le cose buone di questo 2012: la mia famiglia!
Auguri di cuore per un ricco 2013!

Veronica


giovedì 27 dicembre 2012

Sul Matrimonio

Premetto che questo post vuole essere solo una personale riflessione che parte da un preciso punto di vista, quello Cristiano, senza voler giudicare nessuno.
Ogni volta che da persone, che si professano cristiane, sento affermare "non mi sposo se non ho un stabilità economica" o alla domanda "quando ti sposi?" rispondono in maniera evasiva "rabbrividisco", perché sento che manca qualcosa. Quel qualcosa, a mio avviso, si chiama fiducia nel progetto che Dio ha per noi. La mia storia mi insegna a fidarmi di Dio, infatti, chi avrebbe scommesso, se non Dio, su una coppia che dopo 4 mesi di fidanzamento si ritrova già ad attendere un figlio non programmato (passatemi il termine)? Analizzando da un punto di vista razionale la situazione in cui ci trovavamo, le possibilità di riuscita erano molto basse: niente casa, niente lavoro con posto fisso, poca solidità della coppia.. Eppure il Signore ha scommesso proprio su due ragazzi sgangherati come me e Gabriele.
Non è stato facile, il progetto che Dio iniziava a mostrarmi, inizialmente, non lo capivo e non mi piaceva neanche. Nella mia vita a 24 anni non pensavo di ritrovarmi mamma e moglie, avevo i MIEI piani: studio, carriera, viaggi, divertimento.. Invece il Signore ha sconvolto la mia vita iniziando a  mostrarmi la mia vocazione familiare. Ed io che mi credevo fino ad allora una brava cristiana di Dio non avevo capito nulla, anzi me ne ero creato uno modellato sulle mie personali esigenze! E' stato un lungo percorso di accettazione, accompagnato dalle catechesi dei 10 comandamenti e dal continuo supporto del nostro Padre Spirituale. E' stato difficile fidarsi, lasciarsi trasportare, ma nel momento in cui abbiamo detto "sì, sia fatta la Tua volontà", tutte le porte si sono aperte. E quando dici "sia fatta la Tua volontà" lo è nel bene e nel male, e non "sia fatta la Tua volontà solo se coincide con la mia!"
Il Signore non mi ha fatto mancare nulla, si è piegato a tutti i miei desideri: viaggiare ho viaggiato, lavorare ho lavorato, uscire con le amiche sono uscita, gli scout li ho proseguiti..avevo anche ripreso a studiare! Un figlio non mi ha tolto nulla anzi ho fatto più cose con Alessandro piccolo che quando non lo avevo. Dio ci chiama a grandi cose, ci vuole felici, fidiamoci di lui e la ricompensa sarà grande!
Ovviamente non sempre quello che ci fa vivere risulta di facile comprensione, le Croci che portiamo nella nostra vita le distruggiamo di "perché e per come" e invece di porci questi interrogativi dovremmo semplicemente accoglierle e ricordarci che siamo in grado di affrontare tutto affidandoci a Dio.
Non è semplice, anche io mi ritrovo spessissimo a domandarGli "ma perché?", a chiedere spiegazioni su una data situazione, a disperarmi se le cose non funzionano secondo i miei piani. Eppure mi dovrei ricordare che i tempi di Dio non coincidono con i tempi degli umani, come d'altronde le Sue dinamiche di vita.
Fidiamoci di Dio! Il matrimonio non è la tomba dell'amore, anzi né è la culla. E' un sacramento potente, in grado di renderci felici e generare felicità. Il Signore ci vuole nella gioia e non dobbiamo avere timore di Lui. Oggi il posto fisso ce lo possiamo scordare e anche chi ce l'ha può perderlo da un momento all'altro: che senso ha cercare una sicurezza economica per sposarsi quando tutta la dinamica che ci circonda è precaria? 
Apprezzo molto di più chi non crede e non si sposa, convive o sceglie il rito civile, piuttosto che quelli che si professano cristiani e hanno paura di mettersi in gioco con Dio.
Sono sicura che questo post scatenerà molte polemiche, risa, giudizi di bigotta nei miei confronti e quant'altro. Sappiate che a me non importa, questo è il mio pensiero e credo che è ora che i cristiani smettano di  aver paura a professarsi tali e comincino a vivere alla luce del sole.

"Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti. Ma Gesù le rispose: Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,38-42)

venerdì 21 dicembre 2012

A volte è proprio bello ricredersi

Il 10/12/12 alle 10.40 è nata Margherita da parto naturale. Ci eravamo messi nell'ottica che sarebbe nata da parto cesareo il 13 dicembre, una data anonima dovuta ad uno spostamento dall'alto, visto che già da un mese avevamo programmato l'intervento per il 12/12/12  (figo no?!).
Domenica 10 dicembre mi trovavo dai miei genitori quando verso le 20.00 sono iniziati dei dolori sospetti. Ero da loro a passare la domenica con Ale dato che mio marito lavorava e non me la sentivo di stare a casa da sola. Nel primo pomeriggio Gabriele scrive un post su Facebook dove  si augurava che il tempo passasse in fretta per poter tornare a casa visto che io e lui avevamo di meglio da fare come PARTORIRE! Mai post fu più provvidenziale: alle 23.15 circa della stessa sera eravamo al pronto soccorso ostetrico!
L'avventura inizia già da quando saliamo in macchina e mio marito si accorge che il veicolo era in riserva con la benzina: "dobbiamo fermarci a mettere benzina sennò all'ospedale neanche ci arriviamo!" 
"va bene", rispondo, "ma per favore non prendere le buche!"
Parte con una solida sgassata e come prima cosa prende una buca..eh no..non ci siamo penso!
"Gabrièèèè ti avevo detto di NON PRENDERE LE BUCHE!"
"Scusa e non ti preoccupare così facendo lo faremo prima!"
Ringrazio il Cielo di non avere avuto fiato a sufficienza per incenerirlo all'istante con una frase ad effetto.
Arrivati al benzinaio mio marito con un calma gandhiana mette benzina mentre io finisco di stritolare la maniglia della portiera. Perché sei sempre così PEACE&LOVE caro Gabirele?!
Parcheggiamo.. Il parcheggio non è il solito parcheggio, ma è quello dall'altra parte del reparto di ostetricia: "cioè mi devi far fare mezzo ospedale con le contrazioni?" chiedo in modo poco cordiale.
"L'altro ingresso è chiuso", risponde sempre con calma il mahatmarito.
Faccio un pronostico: forse fra 20 minuti con questo passo contrattile-lumaca riesco ad arrivare al pronto soccorso..NON CE LA POSSO FARE!
Al pronto soccorso ostetrico, come al solito, non c'è nessuno, suono alla postazione ostetrica ed arriva una dottoressa specializzanda poco dopo: mi visita, facciamo il tracciato e mentre ho il coso attaccato, con le contrazioni atroci inizia l'interrogatorio degli esami effettuati in gravidanza... Proprio quello che mi serve: dover rispondere quando hai una contrazione e devi stare seduta e ti serve solo il fiato per scaricare il dolore! E' vero che i dolori del parto si scordano: non me li ricordavo così!
La dottoressa mi dice che sono parecchio indietro. Che gioia,che bellezza..mi aspetteranno altre 24 ore di travaglio come per il primo figlio?! L'affermazione mi mette sul chi va là: vista l'esperienza avuta con il parto di Ale (24 ore di travaglio per fare alla fine un cesareo) non ho nessuna voglia di patire dolori, doloretti e doloroni per poi essere "squartata". Come se mi avesse letto nel pensiero la dottoressa mi chiede se voglio provare a partorire naturalmente. Io rispondo con un "ma non lo so..." e lei ribatte  con un "signora ce lo deve dire LEI". Rimango pietrificata e non rispondo. Mio marito prende la parola ed afferma: "sì, sì noi partoriamo naturalmente!"
Come come?! Noi?! 
Alle quattro e mezzo di notte sono in sala parto, dilatata di 4 cm, dopo aver usato come punchball mio marito ed essermi pentita amaramente di non aver detto subito si al cesareo.
Chiedo la parto analgesia perché "o me la fate o ve smonto la sala parto!".
L'anestesista arriva in tempi celeri. Mi fa una buona impressione: è gentile, mi spiega tutto, è veloce nella preparazione della magica pozione.. Fa effetto quasi subito e il dolore che avverto è di una intensità molto minore. Mi rilasso un poco, ci scappa anche qualche battuta e sorriso.
Alle sette c'è il cambio turno, le ostetriche che mi hanno seguito lasciano il posto all'ostetrica Antonella. 
Antonella non mi ha mai abbandonata, è stata sempre al mio fianco, mi ha incoraggiata, ha saputo coinvolgere mio marito. Ha reso quest'esperienza meravigliosa e degna di essere vissuta. Nonostante all'ultimo non ce la facessi più mi ha sostenuto sempre con dolcezza stimolandomi a non mollare. 
Alla fine ce l'ho fatta: è nata Margherita alle 10.40 "alla vecchia maniera", come dice mio marito.
Tutto è riuscito perché ho incontrato delle persone che hanno creduto che io potessi farcela a partorire naturalmente, nonostante un pregresso taglio cesareo. Ci hanno così creduto, trasmettendomi fiducia e positività, che alla fine ci ho creduto pure io e ho fatto nascere la mia bambina.
Vista l'esperienza del primo parto io non volevo tornare a partorire a Perugia e invece devo dire che a volte è proprio bello ricredersi. 


martedì 18 dicembre 2012

Fondere le tradizioni

A sette giorni dal Natale mi fermo un attimo e rifletto sul significato che per me hanno le tradizioni. Nella mia famiglia d'origine le tradizioni non sono state mai vissute come un obbligo, una morsa che toglie il fiato, piuttosto i miei genitori le hanno livellate in base all'esigenze della famiglia in quel preciso momento secondo la filosofia del "se si può fare si fa, altrimenti PACE!".
Quando siamo andati a vivere insieme io e Gabriele abbiamo dovuto fondere nella nostra nuova famiglia le tradizioni che in qualche modo ci portavamo dietro. Arrivati all'otto dicembre io ero pronta per fare l'albero, perché a casa mia così usava, mentre lui non ne voleva sapere dato che a casa sua si faceva solo il presepe e per di più la vigilia di Natale. Abbiamo trovato un accordo ed è nata la nostra tradizione familiare: l'otto dicembre si fa presepe, albero e decorazioni. Io mi occupo delle ultime due mio marito della prima. Ed è un momento magico perché, fra una pallina e una statuetta, riaffiorano i ricordi dell'infanzia che ci scambiamo vicendevolmente come un regalo.
Fortunatamente non abbiamo dovuto discutere sul pranzo natalizio con i parenti perché i miei festeggiano il 25 dicembre a pranzo, mentre la famiglia di Gabriele il 25 dicembre a cena. Rispettiamo entrambe le tradizioni delle nostre famiglie di origine (senza far torto a nessuno!) e anche noi siamo sereni perché non viviamo questo momento come disparità e affronto personale (cosa che potrebbe verificarsi).
I miei figli sono ancora piccolini ma spero che anche loro, magari il prossimo anno, possano partecipare all'allestimento festoso della nostra casa perché questa tradizione che abbiamo creato mi piace proprio! Spero anche di poter scrivere con loro la letterina di Babbo Natale (una tradizione universale), di decorarla, inviarla e d'altro canto mi auguro, di non dover fare mai con loro i cappelletti di Natale! Io non amo cucinare e se proprio avranno questo desiderio li incoraggerò ad andare dalla nonna che è un ottima cuoca e sarà sicuramente felice di insegnargli "l'arte del cappelletto"!
Fortunatamente evitiamo anche il famoso "tuor dei parenti", per me tanto snervante, dato che a pranzo e a cena li vediamo tutti, visto il piccolo numero di persone che compongono le nostre famiglie. 
Le tradizioni ci costringono in qualche maniera a fermarci, a guardare da dove veniamo, compongono parte delle nostre radici. E' giusto rispettarle ma non ci trovo niente di male anche a fare una selezione delle stesse: se ci devono angustiare che senso ha riproporle? Se invece ci fanno stare nella gioia e sereni perché non viverle insieme a chi più amiamo?

Questo post partecipa al blogstorming

venerdì 7 dicembre 2012

"io non mi sento italiano ma per fortuna o PURTROPPO lo SONO"

Ed ecco che mezz'ora fa mi chiama una povera specializzanda del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Perugia. 
"Signora Zucacci?"
"Eh no, ZUCALLI", rispondo. Come al solito il mio cognome nordico è parecchio ostico agli umbri.
"Ah, Lucalli", si scusa.
"No, Z U C A L L I Veronica", dico facendo lo spelling, che è l'unica soluzione in queste circostanze.
"La chiamo per comunicarle che le abbiamo spostato il cesareo al 13 dicembre..."
Per fortuna che alla notizia mi trovo già seduta altrimenti sarei andata a quattro di spadi bella bella a baciare il pavimento.
Con un preavviso di cinque giorni, dopo che da più di un mese sono venuta IO a concordare con UN dottore il cesareo mi chiamate per dirmi che lo rinviate di un giorno? 
Sono andata subito in panico.. Che faccio? Mio marito, giustamente, suggerisce di chiamare la ginecologa. Alla prima non risponde, allora chiamo la mamma che dice "stai tranquilla", richiamo la ginecologa e non mi risponde, allora mando un messaggio a Serena che risponde ottimisticamente "dai il 13 è Santa Lucia!", richiamo la ginecologa e finalmente risponde.
"Dottoressa mi hanno spostato il cesareo al 13, è corretto?"
"A livello ostetrico non cambia nulla, certo a livello di correttezza umana cambia. Purtroppo è co sta gente che si deve lavorare..."
Ho capito tutto: qualche grande cervello medico avrà dovuto imbucare una sua paziente e hanno spodestato la prima che non è seguita da un dottore che lavora anche in ospedale. La mia ginecologa, infatti, esercita solo privatamente e questo per me partoriente non è a favore. Funziona così: ti rivolgi ad un medico che lavora privatamente e all'ospedale pubblico hai la corsia preferenziale, sei di serie A, il tuo medico non sta al pubblico?! Lo conoscono poco?! Serie B se ti va bene, altrimenti anche la C, la D o la prima categoria!
Molti durante la seconda gravidanza mi hanno consigliato di cambiare ginecologa, di rivolgermi ad un dottore che fosse anche ospedaliero ma io ho detto NO. Fra me e la mia ginecologa si è instaurato un rapporto di fiducia che si è costruito nel tempo, conosce la mia storia: è un rapporto fatto di ascolto, accoglienza, consigli, scambi, sorrisi.. 
Non è poi questo il punto: se la sanità è pubblica tutti dobbiamo essere allo stesso livello, trattati in egual modo e misura. Purtroppo non è così, perché già quando ti presenti e dici che sei seguita dalla Dott.ssa X che non è ospedaliera distorcono la faccia.. Figurati quando devi partorire: non sei figlia di nessuno e quindi CAZZACCI tuoi!
E chi non se lo può permettere un ginecologo privato come fa? Io sono d'accordo con chi propone che i medici esercitino o SOLO pubblicamente o SOLO privatamente, si eviterebbero disparità di ogni tipo da quelle umane a quelle economiche.
Il sistema italiano in queste situazioni si manifesta in maniera evidente: per andare avanti devi avere conoscenze e raccomandazioni. Non ce l'hai? Il posto in ultima fila, se c'è, è per te.
Ha ragione Gaber quando canta  anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente". Io devo "solo" partorire figuriamoci chi ha malattie gravi e serie come fa se non ha soldi, raccomandazioni e conoscenze.


giovedì 6 dicembre 2012

Per sognare Parigi

Prima di leggere o mentre leggete ascoltate questa canzone: 


Ci sono città che fanno sognare e ti fanno innamorare di loro, per me questa città si chiama Parigi. Nonostante abbia visto parecchie città nessuna mi ha rubato il cuore come lei. Ho sempre detto che sarebbe stata la mia ultima meta, a causa di una spiccata antipatia per i cugini "mangia ranocchie", ma ora se potessi ci andrei a vivere subito abbandonando tutte le mie certezze e radici Perugine. 
Questo amore nasce perché qualcuno me lo ha trasmesso e quel qualcuno è mio marito Gabriele. Gabriele ha vissuto a Parigi lavorando per uno dei musei più prestigiosi del mondo: il Louvre. Vi assicuro che visitare una città con una persona che la conosce come le sue tasche assume tutto un altro sapore: non hai problemi di lingua in primis, scopri angoli nascosti non segnalati dalle guide, sai dove andare a fare spesa, dove andare a mangiare qualcosa di buono a colpo sicuro, sicuramente non sbagli metro, strada o linea del bus. Soprattutto io ho potuto visitare il Louvre con la mia love-guida personale che ha fatto una selezione delle cose migliori da vedere spiegandomi ogni sezione del museo, i quadri, gli autori e indicandomi come quelle finestre sopra i tetti del Louvre ospitano gli uffici delle grandi menti che lavorano e ruotano intorno al museo. 

Ho scoperto che di fronte alla Gioconda c'è un quadro meraviglioso, "Le nozze di Cana", di Paolo Veronese, che mio marito trova molto interessante, ma che nessuno calcola abbastanza!
Finalmente ai musei io non mi annoio più perché Gabriele sa spiegare quello che abbiamo di fronte con amore, passione e competenza che trasmette a chi lo ascolta. Rimango sempre affascinata quando mi parla di un quadro e mi chiedo: "sei normale amore mio? Riesci a contenere nel tuo cervello una quantità di informazioni incredibile: date, autori, storie, correnti, pettegolezzi.."
A me di Parigi piacciono anche le finestre dei palazzi: così grandi e senza persiane che permettono di fare penetrare una quantità di luce che riscalda l'animo! 

Ci sono stata due volte: la prima era un viaggio regalo di Gabriele per la mia laurea, la seconda era l'ultima tappa del viaggio di nozze e avevamo con noi Alessandro.
Durante il primo viaggio siamo stati a cena in un ristorante meraviglioso, il Bouillon Racine (http://www.bouillon-racine.com): un posto accogliente, ben curato, dove si mangia alla francese e in stile francese che per me vuol dire con I MINI TAVOLI sopra i quali a mala pena entra il tuo braccio e il piatto!
Parigi ospita una delle più belle librerie inglesi: SHAKESPEARE & COMPANY (http://www.shakespeareandcompany.com). Un posto per riposare l'animo, fare il pieno di una cultura che sembra stia scomparendo, accogliente ma allo stesso tempo disordinato, dove il tempo sembra essersi fermato ad Hemingway..

Queste sono solo delle piccole chicche che porto nel cuore e ho voluto condividere con voi, ce ne sono altre che custodisco segretamente e gelosamente..
Mio marito per il nostro matrimonio ha riscritto la sua personale guida di Parigi che abbiamo lasciato ad ogni tavolo degli invitati ed ha avuto un grande successo! Siamo così innamorati di questa città che siamo riusciti a mandarci pure i miei genitori, che non erano mai andati all'estero né tanto meno avevano mai preso un aereo. Anche loro sono tornati innamorati ed entusiasti!
Vengo assalita spesso da attacchi di nostalgia parigini e mio marito, rendendosene conto, mi regala dei libri ambientati in questa città cosicché con la mente possa trovarmi in quella rue o su quel preciso ponte, saziando così il cuore e contemporaneamente spaziando a tempi record nella città che tanto mi ha stregata.
Ora vi segnalo dei libri che regalano emozioni e sogni, dove Parigi fa di sfondo alle trame. Ovviamente indicherò solo titolo, autore, casa editrice e il booktrailer perché questo possa stimolare la vostra curiosità:
Nicolas Barreau, Con te fino alla fine del mondo, ed. La Feltrinelli http://www.youtube.com/watch?v=emg1VF9mAGU
Nicolas Barreau, Gli ingredienti segreti dell'amore, ed. La Feltrinelli http://www.youtube.com/watch?v=E200fafyHKQ
Kristin Harmel, Finché le stelle saranno in cielo, ed. Garzanti http://www.youtube.com/watch?v=MUDTke5lv1g
Mathias Malzieu, La meccanica del cuore, ed. La Feltrinelli, http://www.youtube.com/watch?v=R7-cymVWPl8



Perché qui? Perché ora? Quale posto migliore di Parigi per sognare? (Ratatouille)

giovedì 29 novembre 2012

AutostimList ovvero 16 punti per non andare in RISERVA


Autostima:cambiamento = volersi bene:sapersi apprezzare.

Questa proporzione che ho elaborato è frutto della mia personale esperienza. Fino a non molti anni fa ero schiava del bisogno di essere confermata per paura di non valere, del fallimento, del giudizio altrui.. Solo quando ho incominciato a volermi bene come persona, a sentirmi bene nella mia pelle, nei miei abiti i miei livelli di autostima sono iniziati a crescere. Ho elaborato una personale "AutostimList", fatta di semplici motti, parole, frasi, che tiro fuori dalla mia agendina  quando vedo che la lancetta del livello di autostima personale sta calando e sto andando in riserva. 
Ve la propongo, eccola qui:
  • Sii ATTRICE positiva e attiva della tua vita: non guardare solo il tuo ombelico, alza gli occhi e insegui l'orizzonte di fronte a te!
  • STOP al tutto e subito: per ottenere qualcosa ci vuole perseveranza, progettualità e pianificazione. 
  • Gusta i diversi sapori di ogni giorno!
  • Ingredienti dal gusto intenso: umiltà, carità e coraggio.
  • Vali 10 e non 0!
  • Non arrenderti: rivedi, negozia, rigenera sempre la tua storia, il tuo personale percorso di crescita.
  • Accettati e amati: la tua storia è bella con i tuoi punti di forza e con quelli di debolezza!
  • Ricordati che sei umana e hai dei LIMITI: accettali!
  • In certe occasioni serve dare una SVOLTA: niente panico!
  • Rischia, scommetti sulle risorse che hai e dai colore ai tuoi sogni!
  • Solo sbagliando ti avvicinerai alla meta!
  • Sii forte e coerente..
  • Costruisci il tuo edificio con pazienza.
  • Hai una dignità: rispetta la tua e quella altrui.
  • Apriti senza vergogna: rivelati per quello che sei!
  • NON PERDERE MAI LA SPERANZA!
Abbiamo tutti bisogno di una buona dose di autostima che ci valorizzi e ci aiuti a tirar fuori tutte le nostre potenzialità. Noi siamo un colore e dobbiamo imparare a colorare il mondo!

Questo post partecipa al blogstorming 



Not quantity but quality!

"Scusi posso lasciare il Curriculum? Ho visto dal cartello in vetrina che state cercando personale".
"Si certo" pausa.."scusi ma lei è incinta?" mi chiede la proprietaria mentre si accorge che non ho ingoiato un pallone da calcio ma che anzi sono in dolce attesa.
"Si sono incinta" rispondo mentre mi sento osservata come se provenissi neanche da Marte, ma direttamente da Plutone! 
"Guardi io non la posso assumere perché sa lei è INCINTA, poi se la assumo e mi va in maternità che faccio devo ricercare un'altra persona?"
A questo c'ero arrivata da sola signora mia, cioè i quattro neuroni mi funzionano ancora..!
"No certo, capisco ma io le volevo lasciare il curriculum anche in vista di selezioni future, se può servirvi personale un pò più in là", rispondo cercando di giustificarmi.
"Eh si ma lei è incinta, cioè io non la posso assumere..mi capisce no?"
"Ho capito, ma io volevo lasciare SOLO il curriculum" ribatto spazientita. Adesso bisogna anche pregare in ginocchio per lasciare un pezzo di carta? Mi pare proprio eccessivo, penso fra me e me!
"Lo vuole oppure no?" chiedo in tono deciso.
"Ah si si, me lo lasci.."
"La ringrazio e a rivederci", mi giro ed esco dalla libreria.
Andando in contro a mio marito e mio figlio mi chiedo come sono arrivata a questo punto. Ah si, come dimenticarsi?! Provengo da 8 mesi di lavoro senza contratto, preceduti da sei mesi di stage in un'azienda appartenente alla GDO (200 euro al mese per 78 km totali giornalieri di viaggio) e ancor prima da due anni di lavoro con contratto co.co.pro.
Cacchio che mommy-contratti che ho avuto, proprio in stile "carta dei diritti delle mamme e dei bambini"!
C'è da dire che nonostante i contratti o non-contratti queste esperienze lavorative mi hanno permesso di riflettere su quanta fatica si fa a portare avanti lavoro e famiglia, che non vuol dire solo gestione dei figli ma anche mantenere un rapporto armonioso e amoroso con il proprio partner. Quando ho iniziato lo stage presso il settore Risorse Umane in questa azienda del settore della GDO, mio figlio aveva 5 mesi ed io ero piena di speranze che mi permettevano di sopportare i tanti km, i pochi soldi ricevuti (che mi andavano tutti in benzina) e il distacco dal mio piccolo cucciolo.
Provenendo da un altro settore, quello educativo, mi sono bastate poche settimane per pormi una semplice domanda: come mai in questa azienda che solo in sede conta più di 600 dipendenti, circa la metà donne, di cui molte giovani mamme non ha, ad esempio, un nido aziendale? Dopo aver preso confidenza con la mia collega d'ufficio le ho posto la domanda e mi ha risposto che una proposta era stata fatta, ma che "veniva visto tutto come un grande problema di soldi e distrazioni per le mamme". Stiamo scherzando? Secondo i Boss un asilo nido aziendale renderebbe le mamme più distratte e meno dedite al lavoro? Cioè stiamo ancora al sistema Fordista? Lavoro, lavoro, lavoro per una massima produzione?
"Boss" avrei voluto dire al presidente "non ci siamo mica! Ma lo sa che l'apertura di un nido aziendale può concorrere a realizzare importanti obiettivi come: contribuire al miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori, anche attraverso la riduzione del tempo da dedicare alla ricerca e all’accompagnamento dei figli agli asili nido; favorire un rientro delle lavoratrici dalla maternità in tempi più rapidi e con un atteggiamento più sereno; fidelizzare le risorse umane “trattenendo” le lavoratrici che abbiano carichi familiari; favorire, attraverso il sostegno alla gestione familiare, le possibilità di sviluppo e carriera delle donne lavoratrici e la valorizzazione dell’apporto professionale di ciascuna di esse alla vita dell’impresa?" e non dimentichiamo che tutto questo deve rispondere innanzitutto ai bisogni dei bambini, perno attorno al quale deve ruotare tutta l’iniziativa, e contemporaneamente concorrere alla soddisfazione dell’interesse delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori!
Vedevo mamme, che si facevano il doppio dei km giornalieri fatti da me, pregare il proprio capo ufficio per un part-time verticale, per il telelavoro che costantemente gli veniva negato, perché chi telelavora ovviamente non puo' essere controllato e secondo i Boss lavora meno di un dipendente che sta in sede. Quanti stereotipi e pregiudizi avvolgono ancora il mondo del lavoro, quanta poca fiducia si da alle donne, alle mamme, quanta poca umanità e comprensione vige nei luoghi di lavoro visti come mero posto per produrre, fare denaro e non come spazio dove, innanzi tutto, l'essere umano dovrebbe realizzarsi e sentirsi realizzato.
Mi intristiva molto vedere gli occhi di queste mamme al rientro dal classico colloquio per richiedere quello che sopra ho citato, solo perché desideravano avere qualche briciola di tempo in più da poter passare con i loro figli, perché averli i figli è un diritto come avere del tempo da poter passare con loro. Ed io che ero una semplice stagista con figlio di 5 mesi? Era questa la prospettiva che mi si apriva di fronte: "hai un figlio? Bè è un PROBLEMA tuo?"
Panico pa panico pa panico pauraaaaaaaa! 
Anche se non per tutte le mamme è così (per fortuna direi!) io mi sono comunque premunita di strategie anti-schiacciamento-da-lavoro. Innanzi tutto mi sono creata una mia filosofia: "No quantità ma qualità!" Il che vuol dire che anche se ho a disposizione solo due ore da passare con mio figlio queste devono essere qualitativamente significative. Costa una fatica immane, perché quando si torna stanchi dal lavoro con il cervello fumante, avresti voglia solo di un tè caldo, di un bel bagno, di un buon libro da leggere e non di mattoncini lego, macchinine, teletubbies e roba simile! Nonostante i propri bisogni io desidero dedicare a mio figlio questi momenti e non perché DEVO ma perché LO VOGLIO; voglio condividere con lui cose semplici ma dal gusto intenso come andare a raccogliere le castagne, andare a vedere il nonno che fa la raccolta delle olive, una giornata in piscina o al mare, una passeggiata, fare la spesa, stare a casa e provare a fare una torta...Voglio condividere esperienze che ci aiutino a costruire una relazione genitore-figlio vera e sana. Insomma mi piace NOT QUANTITY BUT QUALITY!


martedì 27 novembre 2012

Marghi's Bolide

Ieri pomeriggio con tutta la mia famiglia (proprio tutta al completo: mamma, papà, fratello) e figliolo al seguito siamo andati a ritirare il BOLIDE, ovvero il trio per Margherita. Caricato in macchina e scaricato più tardi a casa mia, all'interno dei due scatoloni sembrava apparentemente innocuo.. Ma quando abbiamo iniziato a tirare fuori le varie componenti ecco che l'iniziale euforia per il nuovo mezzo di trasporto si è tramutata in una leggera aurea di nervosismo accompagnata dalla domanda: "ma come cacchio si monta sto coso?" 
Perché noi italiani siamo speciali in questo: ci viene fornito il libretto delle istruzioni ma mica lo utilizziamo! Eh no, troppo semplice sarebbe! Abbiamo già tutte le informazioni necessarie nel cervello (forse trasmesse già durante il concepimento!!) per montare oggetti e capirne il funzionamento..nell'imediato!!! 
Per aprire il telaio del bolide bisogna cliccare due leve contemporaneamente e poi pigiarne una verso il basso con il piede. Ma dico io: si vede proprio che chi progetta i bolidi i figli non ce l'ha, perché altrimenti non si spiegano i meccanismi complicati pensati per aprire un trespolo a quattro ruote!
Bene ora che il telaio è aperto cosa pensa di fare mio marito? Ci mette sopra l'ovetto perché "tanto io ti vengo a prendere con questo all'ospedale, mica come con Ale che ho portato la carrozzina e poi non sapevo come legarla con le cinture!" 
Ma ovvio, mi pare un'ottima idea! Sempre se tu, amore mio, riesci a sganciare l'ovetto dal telaio! 
L'ovetto, infatti, non ne voleva sapere di abbandonare il supporto a quattro ruote e così ho pensato che era ora di prendere in mano il libretto d'istruzioni. Nel frattempo Gabriele si era steso a modi meccanico per osservare se da sotto ci fosse qualche leva segreta e nascosta da dover pigiare in contemporanea ad altre per poter sganciare l'ovo.. ma neanche l'ombra di qualche magico pulsante per lo sgancio! 
Io inizio a sbirciare il libretto.. 
Prima cosa: trovare la sezione italiano che non è mai la prima, sta sempre  nel mezzo del fascicolo; seconda cosa: trovare i rimandi alle immagini che stanno sempre all'inizio del libretto...che comodità eh?! Sorpresa delle sorprese...ti si spiega come agganciare/sganciare la navicella, la seduta del passeggino, come mettere la retina porta oggetti, come agganciare la borsa per i cambi, come regolare le cinture, come applicare la cappottina para-pioggia, ma di come agganciare/sganciare l'ovetto non c'è nessuna traccia, nessuna figura, nessuna spiegazione cioè neanche una frase di rimando! 
Ma allora le istruzioni le fate per complicarci la vita! Come diavolo vi viene pensato di farle incomplete?!
Sono le 21.00 e mio marito deve andare a riunione con i ragazzi scout. Mi lascia lì, nella futura cameretta della Marghi, con il bolide che non vuole rilasciare l'ovo.. Stasera c'è una fiction che mi piace e a te ci penso dopo mostro a quattro ruote!
Verso le 23.00 torna Gabri ma non accenna minimante ad un piano per lo sganciamento del ovo-seggiolino. Mezz'ora dopo sono di fronte al bolide con le maniche della maglietta tirate su e pronta a tutto per tirare via l'ovetto..anche a fare la nottata! 
Con tutti i passeggini che ho maneggiato fra nido e figlio non riesco a staccare un ovetto? Questi poi che progettano i trio non ce li avranno i flgli, ma un minimo di buon senso lo devono avere: mica creeranno cose aliene, il senso del confort lo avranno anche loro! Ed infatti è bastato attivare i miei quattro neuroni per scovare una levetta blu (coperta dalla cappottina dell'ovetto..questo dobbiamo dirlo!) che con un semplice clic ha sganciato l'attrezzo per il trasporto bebè in macchina. Con soddisfazione sono andata in sala da mio marito e gli ho detto: "ce l'ho fatta da sola!" 
Dopo di che montare la carrozzina è stato semplice perché avevamo capito che la leve di sgancio sono nella parte posteriore e che per agganciare i pezzi dobbiamo sentire il doppio clic.
Mio marito si è voluto far immortalare accanto al bolide..ma ricorda cara Marghi che stavolta è stata la mamma ad evitare che passassi tutti i tuoi primi mesi nell'ovetto! 

lunedì 26 novembre 2012

HANDMADE CHRISTMAS GIFT!


Sono troppo in anticipo per segnalare delle idee handmade da poter regalare? Io credo di no, manca un mese a Natale e stimolare già da ora le nostre testoline a comprare oggetti fatti a mano non mi pare una cattiva idea! Vi propongo una lista dettagliata in cui segnalo categoria degli oggetti (non oggetti specifici, per stimolare così la vostra curiosità) e recapiti per poter contattare le creatrici, se interessati. La lista non è in ordine di gradimento ma casuale..pronti, partenza e buona spulciatura!




Zuppa de Zuppis craft




Snoopy Bijoux

Orecchini handmade.


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/SnoopyBijoux







Crochet Mania

Lavori fatti a mano, con uncinetto e tanta lana colorata. Portachiavi, segnalibri, pupazzi con ventosa, fermagli, spille e tanto altro ancora... 


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/pages/Crochet-Mania/550467044979736







Collana con Nome

Gioielleria/Orologi da polso.


Sito Web: http://www.collanaconnome.com/


Pagina Fb: https://www.facebook.com/CollanaConNome1

     





Dulcis in Forno

Bigiotteria artigianale/Gioielleria/Orologi da polso.


Info: info@dulcisinforno.com


Sito web: http://www.dulcisinforno.blogspot.com 


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Dulcis-in-Forno/116073561749813




UKI

Oggettistica fatta a mano, lavori in feltro, tessuti e ceramica.

Sito web: http://www.chituki.blogspot.com


Pagina Fb e Info: https://www.facebook.com/pages/UKI/201848509837602



Mosmea laboratorio artigianale

Accessori moda donna.


Sito web: http://www.mosmea.blogspot.it/


Info: info@mosmea.com 


Pagina Fb: https://www.facebook.com/pages/Mosmea-laboratorio-artigianale/141008445934357




Portachiavi, astucci, portamonete, spille, cornici, portacellulari e molto altro, tutto rigorosamente a mano e in pannolenci.


Info: mame-daifuku@hotmail.it


Sito Web: http://kawaiinomori.blogspot.com/


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/_-Kawaii-No-mori-La-Foresta-del-Kawaii-_/111568825561961

Sweet & Delicious


Creazioni con la pasta sintetica: bigiotteria e accessori in fimo, cernit e pietre.


Info: casamarkat@yahoo.it


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/sweetandelicious







Wabi - oggetti imperfetti

Accessori d'abbigliamento e arredamento fatti a mano.


Location e recapiti: C.so Cavour 35, Perugia, IT; 075 572 2692


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/AntoAlonge






Morgana Il Laboratorio

Creazioni artigianali: scaldacolli, collane, spille, segnalibri, pochette, orecchini, anelli, scatole, album foto, agende, quaderni, lamapde.


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/pages/Morgana-Il-Laboratorio/118559954823547








Gnorfa's

Anelli, borse, bracciali. cappellini, collane, orecchini, portafogli, portamonete in feltro, colorati e con bottoni.


Pagina Fb e Info: https://www.facebook.com/groups/115791808456799/?fref=ts

giovedì 22 novembre 2012

Non mi toglierete la dignità

Carissimi Presidenti e Ministri,
questa lettera è per voi. Oggi io e mio marito abbiamo scoperto che questo mese camperemo a ZERO euro perché tutto il suo stipendio è andato in tasse e altre voci varie solo perché fa due lavori per poter portare avanti con dignità la nostra famiglia. Ne deriva un assurdo: più lavori più paghi. 
Noi siamo quasi in quattro, viviamo con uno stipendio dal quale vengono tolti da mesi 400 euro e se non ci fossero le nostre famiglie a sostenerci saremmo utenti fissi delle caritas parrocchiali, perché non ci basterebbe frequentarne una sola.
Non mi vergogno a raccontare la mia storia perché questa è la realtà che vivo, per non parlare di quella che mi appartiene propriamente: la giovane mamma.
Sono rimasta incinta a 23 anni, nel 2010, avendo fra le mani un misero contratto co.co.pro che mi garantiva si e no 400 euro al mese, con stipendi che arrivavano quando l'azienda se lo ricordava. Ho scoperto, al settimo mese di gravidanza, iniziando a fare i miei pellegrinaggi all'INPS che la suddetta azienda per un anno e un mese non mi aveva versato i contributi. A me servivano proprio quell'anno e  quel mese per poter aver accesso alla maternità. Mi sono messa in contatto con l'azienda, mesi di telefonate fra un tracciato e una visita, tra un pellegrinaggio all'INPS e l'altro, per  sentirmi garantitre che avrebbero sistemato tutto e che potevo presentare tranquillamente la domanda. Il 22 dicembre ricevo un bellissimo regalo di Natale: la sua domanda per la maternità non può essere accettata per mancanza di contributi. Tanti auguri di buon Natale penso fra me e me. Io non mollo continuo a intasare il centralino dell'azienda per poter parlare con l'amministrazione, avere spiegazioni e soprattutto quello che mi spetta di diritto. Alla fine di gennaio raggiungiamo l'accordo: l'azienda mi avrebbe anticipato la maternità facendo poi rivalsa in seguito sui contributi INPS. Da gennaio 2011 ho ricevuto la maternità, in un unica soluzione, il 5 maggio 2011 e sarei dovuta rientrare al lavoro tre giorni dopo, con un contratto che scadeva il giorno 13 dello stesso mese. La maternità l'ho ricevuta perché sono ricorsa ai sindacati, ho avuto la fortuna di incontrare Graziano, un ragazzo che è stato anche il mio rappresentate degli studenti all'università, che mi ha ascoltato, seguito, consigliato e rassicurato. E' bastato mandare un fax con richiesta di incontro sindacati-azienda per ottenere dopo un'ora il bonifico sul conto. Ad averlo fatto prima e ad aver ascoltato prima mio padre! Mio padre mi consigliava di rivolgermi al sindacato da mesi, ma io per paura di perdere il lavoro non l'ho ascoltato fino a che non mi sono sentita sfinita e umiliata. Questo è uno dei più grandi insegnamenti di mio papà: rispetto per gli altri e far rispettare i propri diritti. Che dire? Dopo questa manovra il contratto non me lo avrebbero sicuramente rinnovato ed ho deciso di accettare la proposta di uno stage da parte di una grande azienda, inizialmente per tre mesi (prolungato poi per altri tre) alla brillante cifra di 200 euro al mese..mica sotto casa ma a 38 km di distanza! Per cui io al giorno in totale mi facevo 76 km di viaggio, per 200 miseri euro con la speranza che questa grande azienda mi avrebbe poi assunto. E invece mi sono ritrovata al 17 novembre di nuovo con un lavoro da ri-trovare. Ringraziando il Cielo e la mia amica Serena il 21 novembre stavo lavorando di nuovo, su un asilo privato ma a quale prezzo? Senza contratto. Inizialmente era per una sostituzione di un mese poi "il rapporto di lavoro" si è protratto fino a giugno 2012. Ad aprile scopro di essere in dolce attesa, arriverà una bambina, per la quale non avrò nessuno dei diritti che spettano alle mamme perché sto lavorando in nero. Ma come si può non lavorare in nero se non hai nient'altro fra le mani? Se hai una famiglia da portare avanti? Come fai a non farti calpestare? 
Cari ministri, mi dite voi come fate ad affermare che noi giovani siamo schizzinosi e bamboccioni? Voi che non sapete neanche che cosa voglia dire la parola sacrificio? Io è dal 2006 che lavoro, da quando avevo 19 anni. Ho lavorato e studiato sempre, per poter sgravare la mia famiglia dal peso economico delle tasse universitarie. Ho iniziato con il servizio civile e sapete che ho scoperto cari ministri? Che anche la vostra presidenza deve versarmi un anno (2006-07) di contributi: cavolo che datori di lavoro eccellenti e impeccabili siete stati!
In mezzo a tutto questo marasma io non perdo la speranza perché so che Dio non lascia mai soli i propri figli e come di dice mia nonna "n'te preoccupà cocchina che Cristo manda i panni secondo l'freddo"; per cui se ci dà da vivere questo momento di grave precarietà vuol dire che siamo in grado di affrontarlo affidandoci a Lui, credendo che l'Amore che ci dona è più forte e valido di qualsiasi crisi economica. Certo è che ogni tanto qualche lacrima, nella preghiera con Lui o nei dialoghi con mio marito, la verso e chiedo: a 25 anni ho scelto di avere una famiglia possibile tutti questi sacrifici? Possibile che non riesco ad immaginarmi come sia una vita senza la precarietà: che cos'è una vita stabile? Possibile che non posso permettermi di comprare nulla, che non so se riuscirò a fare la spesa, a pagare le bollette a comprare i pannolini a mio figlio...? Possibile debba sperimentare tutta questa durezza e asprezza per aver scelto di vivere la gioia della famiglia?
Ministri e Presidenti state facendo di tutto per toglierci la speranza nel futuro e la dignità, ma io non mollo perché  finchè avrò voce griderò che non perderò mai la SPERANZA e finché avrò cuore, mente e mani per poter fare non vi permetterò mai di strapparmi la DIGNITA'. Io creando la mia famiglia a 25 anni lancio una sfida a me, a voi e alla crisi economica.

Quando le aspettative sono troppe..


Ieri pomeriggio sono andata all’asilo di mio figlio perché le insegnanti avevano organizzato dei laboratori natalizi per coinvolgere i genitori. Un’iniziativa che mi ha permesso di conoscere altre mamme, di stimolare la mia creatività, di condividere gli spazi che quotidianamente mio figlio vive e di parlare in maniera più approfondita con le sue educatrici. Chiacchierando con loro è venuto fuori che polpetto ama molto suonare la chitarrina giocattolo e accompagnare le sue strimpellate con canzoncine, allietando l’intero salone, parla molto al telefono con il nonno e che...non ama tanto fare le attività!
Lì per lì sono rimasta spiazzata ed ho chiesto: “accade di recente oppure ha sempre avuto questo approccio nei confronti delle cose che vengono proposte?”
La maestra ha risposto che capita da quest’anno, che non ama mettere il grembiule e che le attività le fa ma molto molto alla svelta!
Ho pensato: ma con tutti gli stimoli che ti diamo io e papà, ti ribelli alle cose da fare già al nido? E poi mi cadi così sull'ABC con una mamma che di mestiere fa l’educatrice?! Eh no!!
Ho continuato a fare il lavoretto natalizio abbandonando questi pensieri che ho ripreso mentre mi avviavo alla macchina.
Credo di aver elaborato un pensiero sbagliato mi sono detta aprendo lo sportello dell'auto. Mi sto creando delle aspettative altissime su un bambino di neanche 2 anni e poi cara mia, mica tuo figlio può essere perfetto e bravissimo in ogni ambito! Succede che ci sono cose a lui più gradite e altre meno. Soprattutto il fatto che non ha avuto sempre questo atteggiamento nei confronti delle attività dovrebbe farti pensare che potrebbe essere la manifestazione della comprensione del cambiamento in arrivo: la sorellina! Sveglia carina, se eri docente universitario che ti aspettavi da questo figlio? Un libro di poesie a cinque anni?! Bene, mi sono detta, devo sfruttare quelle quattro conoscenze e competenze che ho per fare rete con le maestre: siamo due agenzie educative e sarebbe opportuno collaborare!
Analizziamo la situazione: Ale non vuole mettere il grembiule e non ama lavorare molto con i materiali che lo sporcano. Ci sono bambini che non vogliono sporcarsi perché hanno paura e mio figlio, infatti, quando colora a casa con i pennarelli appena si fa un segnetto te lo mostra e chiede di andarsi a lavare le manine..Bisogna che lo stimoli sulla manipolazione! Mi sono chiesta: qual’è un materiale che si può manipolare, non sporca ma è colorato allo stesso tempo? Il PONGO!
Oggi lo vado a comprare e vediamo se Ale gradisce questo gioco, perché così glielo voglio proporre, senza fare troppo la "MamMaestrina” e senza insistere se vedo che non gli piace. Vediamo se la mia intuizione si rivelerà corretta.. Vi tengo aggiornati!

lunedì 19 novembre 2012

aaaaa Seee(R)eeena

"Ale lo dici alla nonna chi c'era con noi al battesimo di Vittorio sabato?"
"Aaaaaaa Seeeeeenaaaaa", risponde lui (sulla R dobbiamo ancora lavorarci!)
Serena è una Grandissima Amica (da notare le maiuscole), nonché la mia testimone di nozze. Ci siamo conosciute grazie allo scoutismo e all'inizio non è che fosse tutto sto rosa e fiori, anzi ci sono state delle litigate clamorose, una delle quali è passata alla storia: quando la ricordiamo ancora ci ridiamo su! Diciamo che ormai sono 12 anni circa che ci conosciamo e in questi ultimi sei anni si è consolidata un'amicizia Sana, Vera e Autentica. Abbiamo condiviso esperienze bellissime con gli scout, ma anche senza uniforme come vacanze e cene/aperitivi in allegria (cose semplici ma dal gusto sostanzioso).
La Seeenaaa, come la chiama mio figlio, è stata dopo la mia famiglia la prima persona a sapere dell'arrivo dei miei due figli. Quando sono andata a casa sua per dargli la notizia dell'arrivo di Ale, con la scusa di un caffè insieme, non solo era felice, mentre io ero mezza piagnucolosa e disorientata, ma mi ha anche abbracciata dicendomi "vedrai che CE la FAREMO". Infatti è anche grazie al suo aiuto che sono riuscita ad affrontare la gravidanza di Alessandro. Mentre stavo in travaglio era lì con me, una presenza discreta mai invadente, quando stavo partorendo era lì con la mia famiglia ad aspettare il polpetto che tanto si è fatto tanto attendere (28 ore di travaglio per poi scoprire che era in una posizione in cui non sarebbe mai nato e andare al cesareo d'urgenza..iuppiiii!!). Uno dei giorni che ero ancora ricoverata è venuta a dare il cambio a mia mamma, mi ha visto un po' nervosa e sfinita, dovevo anche cambiare il pannolino al pupo, mi ha guardato e mi ha detto: "vuoi che lo cambio io?" e ho risposto: "sì, grazie" perché io di lei mi fido. Ale l'ha ringraziata con una grande ciucciata sbavosa della sua maglietta.
Ale è cresciuto passando il tempo a sentire le nostre chiacchierate (per fortuna che non ripeteva all'epoca altrimenti sai che guaio!!!) e in giro insieme alla Seeeeeeena che pur di non lasciarmi sola il sabato o la domenica quando mio marito lavorava si è fatta km di passeggiate con passeggino e amica neo-mamma lungo lago, per mercatini, al percorso verde...
Il giorno delle nozze è stata lei a vestirmi perché un po' mia mamma era agitata, un po' doveva vestire il principino Alessandro e un po' doveva gestire tutti gli invitati che a mano a mano arrivavano. Quel giorno ha avuto una pazienza tale che non so come abbia fatto a non tirarmi il primo oggetto che le passava sotto mano. La sposa (cioè io) voleva che una composizione di fiori in stoffa le fosse posizionato in un determinato punto del vestito, al millimetro preciso ed è stata intransigente: quel coso doveva andare lì punto e stop! La testimone paziente ha tentato e riprovato finché la sposa non era soddisfatta, compiendo una missione che poteva risultare impossibile.
Quando poi le ho comunicato dell'arrivo di Marghi, sempre piagnucolosamente (sono una donna molto originale eh!) mi ha sempre abbracciato e detto: "ma è una notizia bellissima" e io continuando a frignettare le ho risposto: "non mi abbandonare". Mi ha guardato e con un sorriso ha affermato: "c'ero l'altra volta e ci sarò anche questa!"
Che dire? Io con lei sento che posso aprire il cuore senza sentirmi giudicata, ma al contrario accolta anche se non condivide il mio pensiero, le scelte fatte o che vorrei fare.
Sabato siamo andate ad un battesimo insieme e siccome ero senza marito mi ha aiutato con il pupo, ma aiutato aiutato nel vero senso della parola: dall'intrattenerlo, a giocarci, a metterlo seduto, a fare la pappa.. Per me tutto questo non è scontato, non è scontata la gratuità nell'aiutare, l'essere presenti, il volersi bene, il saper capire ed accogliere ed è da sabato che penso che meglio un'Amica con l'A maiuscola come la Serena che avere tante amiche con la a super mega minuscola. 
Se poi chiedi a mia mamma della Seee(R)eena lei ci infila sempre questa frase nel mentre del discorso: "Verò non è perché è la Serena ma io le voglio proprio un gran bene". Ci credo mamma: come si fa a non volere bene alla miticAmica Seeeee(R)eenaaaaa?!


sabato 17 novembre 2012

Ebbene si: ho un figlio BIONDO!

E' così: Alessandro, che ha due genitori con i capelli neri più della pece, è uscito fuori con i capelli più gialli della paglia! C'è da dire che da quando stava nella pancia mi sentivo che sarebbe nato con occhi e capelli chiari, come per questa bimba che aspetto sento che nascerà mora con occhi scuri (vi farò sapere se la previsione alla mammastradamus è corretta!).
Certo è che a me non interessa se mio figlio ha i capelli verdi, rossi, gialli, neri o marroni ma ci sono persone molto incuriosite dal nostro terzetto composto da 2 mori + 1 biondo. La categoria ai vertici della curiosità è quella delle "donnine" che incontriamo al supermercato:
"Ma che bel bambino, ciao amore!"
"Ale saluta la signora..."
Neanche fa in tempo ad alzare la sua manina cicciottellosa che, TAAAAAC, ecco qua la domanda delle domande:
"ma come mai così biondo?"
Signora mia, ma con tutte le domande che può fare, dalla più famosa "come si chiama/quanti anni ha?" al tormentone che non passa mai di moda "mi regali il ciuccio?", mi deve chiedere perché mio figlio è biondo come Mirko dei Bee Hive?!
E giù che parte la presentazione dell'albero genealogico a partire dai bisnonni in modo tale da far capire che le questioni genetiche non sono un'opinione e neanche in discussione!
Ci siamo sentiti anche dire per scherzo: "certo Gabriè che il postino...!"
Ehi ooooohhh frena che postino e postino ed ho risposto prontamente: "noi abbiamo LA POSTINA, peccato eh?"
Siccome sono 22 mesi che sento "ma..come mai così biondo?" oppure "certo che sto figlio è PROPRIO biondo" ho abbandonato la strategia dell'albero genealogico e mi limito a rispondere: "abbiamo parenti biondi in famiglia". So proprio sfinish!
Quando però tuo padre fa: "certo che sto fiolo è proprio biondo..da chi avrà ripreso?" tu pensi: papà non puoi farmi questo anche tu! Riprendi fiato, fai mente locale e capisci che bisogna sfoderare ancora la strategia dell'albero genealogico.
"Papà", faccio.
"Eh che c'è?" risponde.
"Ti sei dimenticato che forse sei tu quello che ha origini del trentino, che tuo padre era biondo con gli occhi verdi, che tua sorella è bionda con gli occhi verdi e che quando è nato mio fratello era più biondo di Platinette?!"
"Si ma Alessandro è un biondo ramato" afferma.
"E ti sei dimenticato che la nonna di Gabriele è bionda, il nonno aveva gli occhi chiari, la mamma di Gabri è bionda con gli occhi verdi e sua sorella ha i capelli rossi e occhi verdi?!"
Finita la spiegazione appare soddisfatto e prendiamo a parlare di un altro argomento: pfiuuuuuu! 
Ormai quando giunge all'orecchio la domanda delle domande sul biondume di mio figlio parte un jingle automatico: "abbiamo parenti biondi in famiglia" e vorrei tanto aggiungere "Ma scusate che non lo vedete che il bambino è la fotocopia del padre?", perché così è: mio figlio è uguale a suo papà solo in versione YELLOW!




venerdì 16 novembre 2012

thanks a lot!

Un piccolo post per ringraziarvi:

In cinque giorni la mia pagina facebook di "Si può fare: 25anni&2bebè" ha raggiunto 106 "mi piace" e il blog 2463 visualizzazioni! Un risultato molto soddisfacente per la sottoscritta e il merito è vostro!

Che dire se non GRAZIE di cuore a tutti?!
Un grazie speciale va poi a tutti quelli che stanno facendo una pubblicità sfrenata al blog e alla pagina fb.

Continuiamo così!

giovedì 15 novembre 2012

Il riciclon

Questo post nasce da un messaggio che ho ricevuto ieri sera da una mia amica in cui mi chiedeva di scrivere qualcosa su ciò che è veramente indispensabile avere quando arriva un bambino in questo tempo di crisi e precariato.
Ringraziandola per questo prezioso stimolo parto dall'esperienza avuta con il mio primogenito.
Non so se molti di voi lo sanno ma Ale è stato un dono della Provvidenza e quando abbiamo scoperto di aspettarlo, io e Gabriele, non avevamo niente fra le mani, neanche un tetto, ma avevamo in compenso quei "fantastici" contratti co.co.pro con cui campi a malapena in uno figuriamoci in tre!  Grazie all'aiuto dei nostri genitori, dei nostri quattro soldi (di nome e di fatto) e degli amici che ci hanno aiutato nei lavori, in tre mesi abbiamo creato la nostra casetta: è colorata come la desideravamo e non ci manca nulla, anzi guardandoci attorno abbiamo anche troppo! Ovviamente più in là di Ikea e Mondo Convenienza non potevamo andare: usando fantasia e ingegno abbiamo fatto sì di non riprodurre meccanicamente gli arredamenti esposti all'interno dei due cubi blu. La cameretta di Ale l'abbiamo dipinta (o meglio mio padre l'ha dipinta!) di celeste e mio cognato, che fa il grafico, ha realizzato degli stickers a tema animali della giungla che abbiamo applicato ad una parete. 
Mancavano i mobili per arredare la cameretta...Un giorno ci chiama una nostra amica e ci fa: "ho un amico che ha una cameretta Ikea in buono stato da dare via, ho pensato a voi, vi interessa?"
"Certo che si", risponde Gabriele. Così in men che non si dica abbiamo recuperato: cassettiera, comodino, lettino e mensole. Tò un bel risparmio! I miei, in seguito, ci hanno comprato l'armadio e la libreria sempre della stessa linea.
Mancava il fasciatoio...No problem! Mia zia, che aveva partorito tre anni prima, ne aveva uno in buono stato, comprensivo di vaschetta, ce l'ha dato e abbiamo fatto con quello. Verso i sei mesi di Ale, a causa del suo peso piuma, ci siamo accorti che stentava a reggerlo e ci siamo dovuti ingegnare ancora. Come? Andando da Io Bimbo, comprando un materassino da 6 euro per poi adagiarlo sulla cassettiera: ecco con soli 6 euro un fasciatoio nuovo di zecca!
Mancava il trio, i vestitini e il seggiolone...Mia mamma che lavora in una scuola attivò una campagna pubblicitaria fra le mamme dei suoi piccoli davvero efficace: semplicemente chiese se qualcuna di loro aveva oggetti per la prima infanzia, in buono stato, da poterci prestare. C'è stata massima solidarietà e una mamma, non è che mi ha prestato ma REGALATO: trio della Chicco, due seggioloni, fasciatoio per la macchina, sdraietta della Chicco, culla della Foppapedretti, passeggino leggero di Chicco e seggiolino mobile da tavolo di Chicco. Ho fatto il pieno in un pomeriggio! Sempre un'altra mamma mi ha dato in prestito vestiti e scarpine. Che dire poi di mia zia? Non è che mi dato vestiti di un figlio ma dei suoi due figli maschi! Praticamente fino a 9 mesi non abbiamo avuto problemi di abbigliamento! Senza contare i regali che ci sono arrivati per la nascita! Quando l'abbiamo battezzato ci siamo fatti regalare ciò che ancora ci mancava e ritenevamo indispensabile: lettino da campeggio, seggiola super accessoriata di Stokke (questa amici è utilissima e la consiglio caldamente a tutti) e seggiolone. Anche molti giochi di Ale sono del fenomeno riciclon ovvero ce li hanno dati famiglie che, avendo ora figli grandi, hanno pensato di non gettarli e di farci giocare un altro bambino: mio figlio. Abbiamo riciclato così tanto che Ale ha i seggioloni da entrambi i nonni, un passeggino e tanti giochi a casa dei miei (così io evito il trasloco ogni volta che vado da loro). 
Ma a parte il riciclon, a volte basta usare l'ingegno e si possono trovare delle buone soluzioni a costo zero, ad esempio per il fasciatoio. Se uno non può permetterselo o ha poco spazio basta rivestire con un pò di gomma piuma il sopra della lavatrice, adagiarci un asciugamano soffice ed ecco fatto un fasciatoio! 
Per Margherita invece il trio l'abbiamo ricomprato perché quello del fenomeno riciclon di Ale ci ha un pò abbandonato. Non sapete i negozi che ho dovuto girare per poterne trovare uno NORMALE cioè con ruote normali, colori normali, accessori normali ad un prezzo DECENTE (che in realtà decente non è per niente)! Alla fine ho preso un trio modello 2011 alla cifra di 639 euro perché il modello 2012 ne costava 790 di euro. E' tantissimo (anche se non è proprio uno dei più cari, basti pensare che alcuni costano 700/800/900 euro) e noi non potevamo permettercelo per cui sono venuti in nostro soccorso i Santi Nonni Materni che hanno provveduto anche per il fasciatoio di Marghe. Per quest'ultimo siamo andati a caccia di quello più economico (ma buono): marca Prénatal, costo 64 euro, invece che della Brevi o brand simili che partivano dai 69 euro in su (di questi tempi anche 5 euro fanno la differenza). Vi chiederete come mai ho ricomprato il fasciatoio se ho già un figlio di 22 mesi. Il pediatra ci ha consigliato di far stare i bambini in camerette separate, almeno all'inizio, perché essendo piccola la polpetta ed essendo Ale un grande portatore di virus (andando all'asilo) anche cambiarli sullo stesso fasciatoio potrebbe provocare qualche contagio che risulterebbe essere troppo rischioso per Margherita. Volendo dare retta al mio secondo super eroe (il pediatra) abbiamo affrontato questa spesa, o meglio l'hanno affrontata i miei. 
Comprato lo stretto necessario ci mancava l'armadio per la pupa. Dove troviamo i soldi per un armadio?! Ricordandoci che nel nostro garage c'era una parte dell'armadio della camera dei figli di mia zia, l'ho chiamata per chiederle se potevamo usarlo e così abbiamo risolto. Mio marito e mio padre l'hanno rimontato; ora la bebi ha un bellissimo e capiente armadio arancione concesso gentilmente in prestito dai suoi cuginetti. All'interno ho inserito una cassettiera in plastica che avevo in un altro armadio e ci ho messo i suoi vestitini. A proposito...come ho fatto per i vestitini della bambina se avevo un maschietto prima?
Ho ricicliato il riciclabile di Alessandro: tutine bianche, verdi, turchesi, a righe, jeans, magliettine bianche, calze, body e in più non mi sono vergognata di chiedere! Ho chiesto ad una mia carissima amica, che aveva partorito da poco, se poteva prestarmi i vestiti della sua bimba mano a mano che cresceva. Così la piccola Livia ha prestato alla mia Margherita i suoi vestitini fino a 3 mesi e insieme ai suoi genitori hanno già regalato a Marghi dei calzini e un porta ciuccio!
Noi abbiamo comprato solo i quattro cambi per l'ospedale e le tutine massimo le abbiamo pagate 13 euro...il resto è riciclon!
Un'altra nostra amica, invece, ci ha prestato il tutone per metterci la bebé quando fa freddo e ci ha regalato una bellissima felpa rosa..
Ci sono oggetti che però io non comprerei mai, come ad esempio il girello che reputo inutile e ostacolante allo sviluppo motorio del bambino. Ovviamente per un genitore è molto più facile e comodo mettere su quel trespolo il figlio piuttosto che corrergli dietro mentre gattona o prova a muovere i primi passi. Mio figlio ha iniziato a gattonare a 9 mesi e ha camminato a 14 mesi e 1/2; io e mio marito ci siamo spezzati la schiena ma abbiamo comunque detto no al girello. Come abbiamo detto no all'uso eccessivo del passeggino. Nostro figlio a 18 mesi ha deciso di boicottare il passeggino e di voler camminare da solo. Noi lo abbiamo assecondato: gli abbiamo insegnato che quando si cammina si da la manina a mamma e/o papà e non si corre. Alessandro, che ora del passeggino non ne vuole sapere, sa camminare per la strada a fianco di un adulto e se andiamo al supermercato sa che deve stare seduto sul carrello e non andare in giro per le corsie. Tanta pazienza e fatica ma comunque risultati molto più che soddisfacenti!
L'unica cosa su cui io e Gabriele non risparmiamo sono i libri: quelli glieli compriamo appena possiamo, indipendentemente dal prezzo. Meglio un buon libro che un gioco o un vestito inutile. Ale a 2 mesi aveva già il suo libricino sofficie e morbido che manipolava felice.
Per i pannolini ci regoliamo così: siccome la pelle di Ale tollera solo i Pampers Progressi (i più cari in commercio) e BabyDry (mediamente cari) noi  andiamo a caccia di offerte recuperando il maggior numero di volantini e chiedendo a mia mamma di aguzzare l'occhio quando va fare spesa nei suoi supermercati di fiducia per vedere se lì sono a prezzo scontato. Questo ci permette di risparmiare un bel pò di soldini.
Io sono arrivata a questa conclusione: in tempo di crisi si fa con quello che si può, non c'è niente di male nel passarsi/prestarsi i vestiti e/o nel chiederli in prestito ad altri; l'importante è che i nostri figli vadano in giro in maniera dignitosa e decorosa. Poi è sempre gradevole potergli comprare un bel capo di abbigliamento come una camicetta o un maglioncino, l'importante sta nel non eccedere e nel non immergere già da piccoli i pargoli nella macchina delle marche.
Sicuramente ciò che conta non sta tanto nelle cose materiali che riusciamo a garantire ai nostri figli ma nella relazione che riusciamo ad instaurare con loro dedicandogli tempo di qualità e non di QUANTITA'.