giovedì 29 novembre 2012

AutostimList ovvero 16 punti per non andare in RISERVA


Autostima:cambiamento = volersi bene:sapersi apprezzare.

Questa proporzione che ho elaborato è frutto della mia personale esperienza. Fino a non molti anni fa ero schiava del bisogno di essere confermata per paura di non valere, del fallimento, del giudizio altrui.. Solo quando ho incominciato a volermi bene come persona, a sentirmi bene nella mia pelle, nei miei abiti i miei livelli di autostima sono iniziati a crescere. Ho elaborato una personale "AutostimList", fatta di semplici motti, parole, frasi, che tiro fuori dalla mia agendina  quando vedo che la lancetta del livello di autostima personale sta calando e sto andando in riserva. 
Ve la propongo, eccola qui:
  • Sii ATTRICE positiva e attiva della tua vita: non guardare solo il tuo ombelico, alza gli occhi e insegui l'orizzonte di fronte a te!
  • STOP al tutto e subito: per ottenere qualcosa ci vuole perseveranza, progettualità e pianificazione. 
  • Gusta i diversi sapori di ogni giorno!
  • Ingredienti dal gusto intenso: umiltà, carità e coraggio.
  • Vali 10 e non 0!
  • Non arrenderti: rivedi, negozia, rigenera sempre la tua storia, il tuo personale percorso di crescita.
  • Accettati e amati: la tua storia è bella con i tuoi punti di forza e con quelli di debolezza!
  • Ricordati che sei umana e hai dei LIMITI: accettali!
  • In certe occasioni serve dare una SVOLTA: niente panico!
  • Rischia, scommetti sulle risorse che hai e dai colore ai tuoi sogni!
  • Solo sbagliando ti avvicinerai alla meta!
  • Sii forte e coerente..
  • Costruisci il tuo edificio con pazienza.
  • Hai una dignità: rispetta la tua e quella altrui.
  • Apriti senza vergogna: rivelati per quello che sei!
  • NON PERDERE MAI LA SPERANZA!
Abbiamo tutti bisogno di una buona dose di autostima che ci valorizzi e ci aiuti a tirar fuori tutte le nostre potenzialità. Noi siamo un colore e dobbiamo imparare a colorare il mondo!

Questo post partecipa al blogstorming 



Not quantity but quality!

"Scusi posso lasciare il Curriculum? Ho visto dal cartello in vetrina che state cercando personale".
"Si certo" pausa.."scusi ma lei è incinta?" mi chiede la proprietaria mentre si accorge che non ho ingoiato un pallone da calcio ma che anzi sono in dolce attesa.
"Si sono incinta" rispondo mentre mi sento osservata come se provenissi neanche da Marte, ma direttamente da Plutone! 
"Guardi io non la posso assumere perché sa lei è INCINTA, poi se la assumo e mi va in maternità che faccio devo ricercare un'altra persona?"
A questo c'ero arrivata da sola signora mia, cioè i quattro neuroni mi funzionano ancora..!
"No certo, capisco ma io le volevo lasciare il curriculum anche in vista di selezioni future, se può servirvi personale un pò più in là", rispondo cercando di giustificarmi.
"Eh si ma lei è incinta, cioè io non la posso assumere..mi capisce no?"
"Ho capito, ma io volevo lasciare SOLO il curriculum" ribatto spazientita. Adesso bisogna anche pregare in ginocchio per lasciare un pezzo di carta? Mi pare proprio eccessivo, penso fra me e me!
"Lo vuole oppure no?" chiedo in tono deciso.
"Ah si si, me lo lasci.."
"La ringrazio e a rivederci", mi giro ed esco dalla libreria.
Andando in contro a mio marito e mio figlio mi chiedo come sono arrivata a questo punto. Ah si, come dimenticarsi?! Provengo da 8 mesi di lavoro senza contratto, preceduti da sei mesi di stage in un'azienda appartenente alla GDO (200 euro al mese per 78 km totali giornalieri di viaggio) e ancor prima da due anni di lavoro con contratto co.co.pro.
Cacchio che mommy-contratti che ho avuto, proprio in stile "carta dei diritti delle mamme e dei bambini"!
C'è da dire che nonostante i contratti o non-contratti queste esperienze lavorative mi hanno permesso di riflettere su quanta fatica si fa a portare avanti lavoro e famiglia, che non vuol dire solo gestione dei figli ma anche mantenere un rapporto armonioso e amoroso con il proprio partner. Quando ho iniziato lo stage presso il settore Risorse Umane in questa azienda del settore della GDO, mio figlio aveva 5 mesi ed io ero piena di speranze che mi permettevano di sopportare i tanti km, i pochi soldi ricevuti (che mi andavano tutti in benzina) e il distacco dal mio piccolo cucciolo.
Provenendo da un altro settore, quello educativo, mi sono bastate poche settimane per pormi una semplice domanda: come mai in questa azienda che solo in sede conta più di 600 dipendenti, circa la metà donne, di cui molte giovani mamme non ha, ad esempio, un nido aziendale? Dopo aver preso confidenza con la mia collega d'ufficio le ho posto la domanda e mi ha risposto che una proposta era stata fatta, ma che "veniva visto tutto come un grande problema di soldi e distrazioni per le mamme". Stiamo scherzando? Secondo i Boss un asilo nido aziendale renderebbe le mamme più distratte e meno dedite al lavoro? Cioè stiamo ancora al sistema Fordista? Lavoro, lavoro, lavoro per una massima produzione?
"Boss" avrei voluto dire al presidente "non ci siamo mica! Ma lo sa che l'apertura di un nido aziendale può concorrere a realizzare importanti obiettivi come: contribuire al miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori, anche attraverso la riduzione del tempo da dedicare alla ricerca e all’accompagnamento dei figli agli asili nido; favorire un rientro delle lavoratrici dalla maternità in tempi più rapidi e con un atteggiamento più sereno; fidelizzare le risorse umane “trattenendo” le lavoratrici che abbiano carichi familiari; favorire, attraverso il sostegno alla gestione familiare, le possibilità di sviluppo e carriera delle donne lavoratrici e la valorizzazione dell’apporto professionale di ciascuna di esse alla vita dell’impresa?" e non dimentichiamo che tutto questo deve rispondere innanzitutto ai bisogni dei bambini, perno attorno al quale deve ruotare tutta l’iniziativa, e contemporaneamente concorrere alla soddisfazione dell’interesse delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori!
Vedevo mamme, che si facevano il doppio dei km giornalieri fatti da me, pregare il proprio capo ufficio per un part-time verticale, per il telelavoro che costantemente gli veniva negato, perché chi telelavora ovviamente non puo' essere controllato e secondo i Boss lavora meno di un dipendente che sta in sede. Quanti stereotipi e pregiudizi avvolgono ancora il mondo del lavoro, quanta poca fiducia si da alle donne, alle mamme, quanta poca umanità e comprensione vige nei luoghi di lavoro visti come mero posto per produrre, fare denaro e non come spazio dove, innanzi tutto, l'essere umano dovrebbe realizzarsi e sentirsi realizzato.
Mi intristiva molto vedere gli occhi di queste mamme al rientro dal classico colloquio per richiedere quello che sopra ho citato, solo perché desideravano avere qualche briciola di tempo in più da poter passare con i loro figli, perché averli i figli è un diritto come avere del tempo da poter passare con loro. Ed io che ero una semplice stagista con figlio di 5 mesi? Era questa la prospettiva che mi si apriva di fronte: "hai un figlio? Bè è un PROBLEMA tuo?"
Panico pa panico pa panico pauraaaaaaaa! 
Anche se non per tutte le mamme è così (per fortuna direi!) io mi sono comunque premunita di strategie anti-schiacciamento-da-lavoro. Innanzi tutto mi sono creata una mia filosofia: "No quantità ma qualità!" Il che vuol dire che anche se ho a disposizione solo due ore da passare con mio figlio queste devono essere qualitativamente significative. Costa una fatica immane, perché quando si torna stanchi dal lavoro con il cervello fumante, avresti voglia solo di un tè caldo, di un bel bagno, di un buon libro da leggere e non di mattoncini lego, macchinine, teletubbies e roba simile! Nonostante i propri bisogni io desidero dedicare a mio figlio questi momenti e non perché DEVO ma perché LO VOGLIO; voglio condividere con lui cose semplici ma dal gusto intenso come andare a raccogliere le castagne, andare a vedere il nonno che fa la raccolta delle olive, una giornata in piscina o al mare, una passeggiata, fare la spesa, stare a casa e provare a fare una torta...Voglio condividere esperienze che ci aiutino a costruire una relazione genitore-figlio vera e sana. Insomma mi piace NOT QUANTITY BUT QUALITY!


martedì 27 novembre 2012

Marghi's Bolide

Ieri pomeriggio con tutta la mia famiglia (proprio tutta al completo: mamma, papà, fratello) e figliolo al seguito siamo andati a ritirare il BOLIDE, ovvero il trio per Margherita. Caricato in macchina e scaricato più tardi a casa mia, all'interno dei due scatoloni sembrava apparentemente innocuo.. Ma quando abbiamo iniziato a tirare fuori le varie componenti ecco che l'iniziale euforia per il nuovo mezzo di trasporto si è tramutata in una leggera aurea di nervosismo accompagnata dalla domanda: "ma come cacchio si monta sto coso?" 
Perché noi italiani siamo speciali in questo: ci viene fornito il libretto delle istruzioni ma mica lo utilizziamo! Eh no, troppo semplice sarebbe! Abbiamo già tutte le informazioni necessarie nel cervello (forse trasmesse già durante il concepimento!!) per montare oggetti e capirne il funzionamento..nell'imediato!!! 
Per aprire il telaio del bolide bisogna cliccare due leve contemporaneamente e poi pigiarne una verso il basso con il piede. Ma dico io: si vede proprio che chi progetta i bolidi i figli non ce l'ha, perché altrimenti non si spiegano i meccanismi complicati pensati per aprire un trespolo a quattro ruote!
Bene ora che il telaio è aperto cosa pensa di fare mio marito? Ci mette sopra l'ovetto perché "tanto io ti vengo a prendere con questo all'ospedale, mica come con Ale che ho portato la carrozzina e poi non sapevo come legarla con le cinture!" 
Ma ovvio, mi pare un'ottima idea! Sempre se tu, amore mio, riesci a sganciare l'ovetto dal telaio! 
L'ovetto, infatti, non ne voleva sapere di abbandonare il supporto a quattro ruote e così ho pensato che era ora di prendere in mano il libretto d'istruzioni. Nel frattempo Gabriele si era steso a modi meccanico per osservare se da sotto ci fosse qualche leva segreta e nascosta da dover pigiare in contemporanea ad altre per poter sganciare l'ovo.. ma neanche l'ombra di qualche magico pulsante per lo sgancio! 
Io inizio a sbirciare il libretto.. 
Prima cosa: trovare la sezione italiano che non è mai la prima, sta sempre  nel mezzo del fascicolo; seconda cosa: trovare i rimandi alle immagini che stanno sempre all'inizio del libretto...che comodità eh?! Sorpresa delle sorprese...ti si spiega come agganciare/sganciare la navicella, la seduta del passeggino, come mettere la retina porta oggetti, come agganciare la borsa per i cambi, come regolare le cinture, come applicare la cappottina para-pioggia, ma di come agganciare/sganciare l'ovetto non c'è nessuna traccia, nessuna figura, nessuna spiegazione cioè neanche una frase di rimando! 
Ma allora le istruzioni le fate per complicarci la vita! Come diavolo vi viene pensato di farle incomplete?!
Sono le 21.00 e mio marito deve andare a riunione con i ragazzi scout. Mi lascia lì, nella futura cameretta della Marghi, con il bolide che non vuole rilasciare l'ovo.. Stasera c'è una fiction che mi piace e a te ci penso dopo mostro a quattro ruote!
Verso le 23.00 torna Gabri ma non accenna minimante ad un piano per lo sganciamento del ovo-seggiolino. Mezz'ora dopo sono di fronte al bolide con le maniche della maglietta tirate su e pronta a tutto per tirare via l'ovetto..anche a fare la nottata! 
Con tutti i passeggini che ho maneggiato fra nido e figlio non riesco a staccare un ovetto? Questi poi che progettano i trio non ce li avranno i flgli, ma un minimo di buon senso lo devono avere: mica creeranno cose aliene, il senso del confort lo avranno anche loro! Ed infatti è bastato attivare i miei quattro neuroni per scovare una levetta blu (coperta dalla cappottina dell'ovetto..questo dobbiamo dirlo!) che con un semplice clic ha sganciato l'attrezzo per il trasporto bebè in macchina. Con soddisfazione sono andata in sala da mio marito e gli ho detto: "ce l'ho fatta da sola!" 
Dopo di che montare la carrozzina è stato semplice perché avevamo capito che la leve di sgancio sono nella parte posteriore e che per agganciare i pezzi dobbiamo sentire il doppio clic.
Mio marito si è voluto far immortalare accanto al bolide..ma ricorda cara Marghi che stavolta è stata la mamma ad evitare che passassi tutti i tuoi primi mesi nell'ovetto! 

lunedì 26 novembre 2012

HANDMADE CHRISTMAS GIFT!


Sono troppo in anticipo per segnalare delle idee handmade da poter regalare? Io credo di no, manca un mese a Natale e stimolare già da ora le nostre testoline a comprare oggetti fatti a mano non mi pare una cattiva idea! Vi propongo una lista dettagliata in cui segnalo categoria degli oggetti (non oggetti specifici, per stimolare così la vostra curiosità) e recapiti per poter contattare le creatrici, se interessati. La lista non è in ordine di gradimento ma casuale..pronti, partenza e buona spulciatura!




Zuppa de Zuppis craft




Snoopy Bijoux

Orecchini handmade.


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/SnoopyBijoux







Crochet Mania

Lavori fatti a mano, con uncinetto e tanta lana colorata. Portachiavi, segnalibri, pupazzi con ventosa, fermagli, spille e tanto altro ancora... 


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/pages/Crochet-Mania/550467044979736







Collana con Nome

Gioielleria/Orologi da polso.


Sito Web: http://www.collanaconnome.com/


Pagina Fb: https://www.facebook.com/CollanaConNome1

     





Dulcis in Forno

Bigiotteria artigianale/Gioielleria/Orologi da polso.


Info: info@dulcisinforno.com


Sito web: http://www.dulcisinforno.blogspot.com 


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Dulcis-in-Forno/116073561749813




UKI

Oggettistica fatta a mano, lavori in feltro, tessuti e ceramica.

Sito web: http://www.chituki.blogspot.com


Pagina Fb e Info: https://www.facebook.com/pages/UKI/201848509837602



Mosmea laboratorio artigianale

Accessori moda donna.


Sito web: http://www.mosmea.blogspot.it/


Info: info@mosmea.com 


Pagina Fb: https://www.facebook.com/pages/Mosmea-laboratorio-artigianale/141008445934357




Portachiavi, astucci, portamonete, spille, cornici, portacellulari e molto altro, tutto rigorosamente a mano e in pannolenci.


Info: mame-daifuku@hotmail.it


Sito Web: http://kawaiinomori.blogspot.com/


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/_-Kawaii-No-mori-La-Foresta-del-Kawaii-_/111568825561961

Sweet & Delicious


Creazioni con la pasta sintetica: bigiotteria e accessori in fimo, cernit e pietre.


Info: casamarkat@yahoo.it


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/sweetandelicious







Wabi - oggetti imperfetti

Accessori d'abbigliamento e arredamento fatti a mano.


Location e recapiti: C.so Cavour 35, Perugia, IT; 075 572 2692


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/AntoAlonge






Morgana Il Laboratorio

Creazioni artigianali: scaldacolli, collane, spille, segnalibri, pochette, orecchini, anelli, scatole, album foto, agende, quaderni, lamapde.


Pagina Facebook e Info: https://www.facebook.com/pages/Morgana-Il-Laboratorio/118559954823547








Gnorfa's

Anelli, borse, bracciali. cappellini, collane, orecchini, portafogli, portamonete in feltro, colorati e con bottoni.


Pagina Fb e Info: https://www.facebook.com/groups/115791808456799/?fref=ts

giovedì 22 novembre 2012

Non mi toglierete la dignità

Carissimi Presidenti e Ministri,
questa lettera è per voi. Oggi io e mio marito abbiamo scoperto che questo mese camperemo a ZERO euro perché tutto il suo stipendio è andato in tasse e altre voci varie solo perché fa due lavori per poter portare avanti con dignità la nostra famiglia. Ne deriva un assurdo: più lavori più paghi. 
Noi siamo quasi in quattro, viviamo con uno stipendio dal quale vengono tolti da mesi 400 euro e se non ci fossero le nostre famiglie a sostenerci saremmo utenti fissi delle caritas parrocchiali, perché non ci basterebbe frequentarne una sola.
Non mi vergogno a raccontare la mia storia perché questa è la realtà che vivo, per non parlare di quella che mi appartiene propriamente: la giovane mamma.
Sono rimasta incinta a 23 anni, nel 2010, avendo fra le mani un misero contratto co.co.pro che mi garantiva si e no 400 euro al mese, con stipendi che arrivavano quando l'azienda se lo ricordava. Ho scoperto, al settimo mese di gravidanza, iniziando a fare i miei pellegrinaggi all'INPS che la suddetta azienda per un anno e un mese non mi aveva versato i contributi. A me servivano proprio quell'anno e  quel mese per poter aver accesso alla maternità. Mi sono messa in contatto con l'azienda, mesi di telefonate fra un tracciato e una visita, tra un pellegrinaggio all'INPS e l'altro, per  sentirmi garantitre che avrebbero sistemato tutto e che potevo presentare tranquillamente la domanda. Il 22 dicembre ricevo un bellissimo regalo di Natale: la sua domanda per la maternità non può essere accettata per mancanza di contributi. Tanti auguri di buon Natale penso fra me e me. Io non mollo continuo a intasare il centralino dell'azienda per poter parlare con l'amministrazione, avere spiegazioni e soprattutto quello che mi spetta di diritto. Alla fine di gennaio raggiungiamo l'accordo: l'azienda mi avrebbe anticipato la maternità facendo poi rivalsa in seguito sui contributi INPS. Da gennaio 2011 ho ricevuto la maternità, in un unica soluzione, il 5 maggio 2011 e sarei dovuta rientrare al lavoro tre giorni dopo, con un contratto che scadeva il giorno 13 dello stesso mese. La maternità l'ho ricevuta perché sono ricorsa ai sindacati, ho avuto la fortuna di incontrare Graziano, un ragazzo che è stato anche il mio rappresentate degli studenti all'università, che mi ha ascoltato, seguito, consigliato e rassicurato. E' bastato mandare un fax con richiesta di incontro sindacati-azienda per ottenere dopo un'ora il bonifico sul conto. Ad averlo fatto prima e ad aver ascoltato prima mio padre! Mio padre mi consigliava di rivolgermi al sindacato da mesi, ma io per paura di perdere il lavoro non l'ho ascoltato fino a che non mi sono sentita sfinita e umiliata. Questo è uno dei più grandi insegnamenti di mio papà: rispetto per gli altri e far rispettare i propri diritti. Che dire? Dopo questa manovra il contratto non me lo avrebbero sicuramente rinnovato ed ho deciso di accettare la proposta di uno stage da parte di una grande azienda, inizialmente per tre mesi (prolungato poi per altri tre) alla brillante cifra di 200 euro al mese..mica sotto casa ma a 38 km di distanza! Per cui io al giorno in totale mi facevo 76 km di viaggio, per 200 miseri euro con la speranza che questa grande azienda mi avrebbe poi assunto. E invece mi sono ritrovata al 17 novembre di nuovo con un lavoro da ri-trovare. Ringraziando il Cielo e la mia amica Serena il 21 novembre stavo lavorando di nuovo, su un asilo privato ma a quale prezzo? Senza contratto. Inizialmente era per una sostituzione di un mese poi "il rapporto di lavoro" si è protratto fino a giugno 2012. Ad aprile scopro di essere in dolce attesa, arriverà una bambina, per la quale non avrò nessuno dei diritti che spettano alle mamme perché sto lavorando in nero. Ma come si può non lavorare in nero se non hai nient'altro fra le mani? Se hai una famiglia da portare avanti? Come fai a non farti calpestare? 
Cari ministri, mi dite voi come fate ad affermare che noi giovani siamo schizzinosi e bamboccioni? Voi che non sapete neanche che cosa voglia dire la parola sacrificio? Io è dal 2006 che lavoro, da quando avevo 19 anni. Ho lavorato e studiato sempre, per poter sgravare la mia famiglia dal peso economico delle tasse universitarie. Ho iniziato con il servizio civile e sapete che ho scoperto cari ministri? Che anche la vostra presidenza deve versarmi un anno (2006-07) di contributi: cavolo che datori di lavoro eccellenti e impeccabili siete stati!
In mezzo a tutto questo marasma io non perdo la speranza perché so che Dio non lascia mai soli i propri figli e come di dice mia nonna "n'te preoccupà cocchina che Cristo manda i panni secondo l'freddo"; per cui se ci dà da vivere questo momento di grave precarietà vuol dire che siamo in grado di affrontarlo affidandoci a Lui, credendo che l'Amore che ci dona è più forte e valido di qualsiasi crisi economica. Certo è che ogni tanto qualche lacrima, nella preghiera con Lui o nei dialoghi con mio marito, la verso e chiedo: a 25 anni ho scelto di avere una famiglia possibile tutti questi sacrifici? Possibile che non riesco ad immaginarmi come sia una vita senza la precarietà: che cos'è una vita stabile? Possibile che non posso permettermi di comprare nulla, che non so se riuscirò a fare la spesa, a pagare le bollette a comprare i pannolini a mio figlio...? Possibile debba sperimentare tutta questa durezza e asprezza per aver scelto di vivere la gioia della famiglia?
Ministri e Presidenti state facendo di tutto per toglierci la speranza nel futuro e la dignità, ma io non mollo perché  finchè avrò voce griderò che non perderò mai la SPERANZA e finché avrò cuore, mente e mani per poter fare non vi permetterò mai di strapparmi la DIGNITA'. Io creando la mia famiglia a 25 anni lancio una sfida a me, a voi e alla crisi economica.

Quando le aspettative sono troppe..


Ieri pomeriggio sono andata all’asilo di mio figlio perché le insegnanti avevano organizzato dei laboratori natalizi per coinvolgere i genitori. Un’iniziativa che mi ha permesso di conoscere altre mamme, di stimolare la mia creatività, di condividere gli spazi che quotidianamente mio figlio vive e di parlare in maniera più approfondita con le sue educatrici. Chiacchierando con loro è venuto fuori che polpetto ama molto suonare la chitarrina giocattolo e accompagnare le sue strimpellate con canzoncine, allietando l’intero salone, parla molto al telefono con il nonno e che...non ama tanto fare le attività!
Lì per lì sono rimasta spiazzata ed ho chiesto: “accade di recente oppure ha sempre avuto questo approccio nei confronti delle cose che vengono proposte?”
La maestra ha risposto che capita da quest’anno, che non ama mettere il grembiule e che le attività le fa ma molto molto alla svelta!
Ho pensato: ma con tutti gli stimoli che ti diamo io e papà, ti ribelli alle cose da fare già al nido? E poi mi cadi così sull'ABC con una mamma che di mestiere fa l’educatrice?! Eh no!!
Ho continuato a fare il lavoretto natalizio abbandonando questi pensieri che ho ripreso mentre mi avviavo alla macchina.
Credo di aver elaborato un pensiero sbagliato mi sono detta aprendo lo sportello dell'auto. Mi sto creando delle aspettative altissime su un bambino di neanche 2 anni e poi cara mia, mica tuo figlio può essere perfetto e bravissimo in ogni ambito! Succede che ci sono cose a lui più gradite e altre meno. Soprattutto il fatto che non ha avuto sempre questo atteggiamento nei confronti delle attività dovrebbe farti pensare che potrebbe essere la manifestazione della comprensione del cambiamento in arrivo: la sorellina! Sveglia carina, se eri docente universitario che ti aspettavi da questo figlio? Un libro di poesie a cinque anni?! Bene, mi sono detta, devo sfruttare quelle quattro conoscenze e competenze che ho per fare rete con le maestre: siamo due agenzie educative e sarebbe opportuno collaborare!
Analizziamo la situazione: Ale non vuole mettere il grembiule e non ama lavorare molto con i materiali che lo sporcano. Ci sono bambini che non vogliono sporcarsi perché hanno paura e mio figlio, infatti, quando colora a casa con i pennarelli appena si fa un segnetto te lo mostra e chiede di andarsi a lavare le manine..Bisogna che lo stimoli sulla manipolazione! Mi sono chiesta: qual’è un materiale che si può manipolare, non sporca ma è colorato allo stesso tempo? Il PONGO!
Oggi lo vado a comprare e vediamo se Ale gradisce questo gioco, perché così glielo voglio proporre, senza fare troppo la "MamMaestrina” e senza insistere se vedo che non gli piace. Vediamo se la mia intuizione si rivelerà corretta.. Vi tengo aggiornati!

lunedì 19 novembre 2012

aaaaa Seee(R)eeena

"Ale lo dici alla nonna chi c'era con noi al battesimo di Vittorio sabato?"
"Aaaaaaa Seeeeeenaaaaa", risponde lui (sulla R dobbiamo ancora lavorarci!)
Serena è una Grandissima Amica (da notare le maiuscole), nonché la mia testimone di nozze. Ci siamo conosciute grazie allo scoutismo e all'inizio non è che fosse tutto sto rosa e fiori, anzi ci sono state delle litigate clamorose, una delle quali è passata alla storia: quando la ricordiamo ancora ci ridiamo su! Diciamo che ormai sono 12 anni circa che ci conosciamo e in questi ultimi sei anni si è consolidata un'amicizia Sana, Vera e Autentica. Abbiamo condiviso esperienze bellissime con gli scout, ma anche senza uniforme come vacanze e cene/aperitivi in allegria (cose semplici ma dal gusto sostanzioso).
La Seeenaaa, come la chiama mio figlio, è stata dopo la mia famiglia la prima persona a sapere dell'arrivo dei miei due figli. Quando sono andata a casa sua per dargli la notizia dell'arrivo di Ale, con la scusa di un caffè insieme, non solo era felice, mentre io ero mezza piagnucolosa e disorientata, ma mi ha anche abbracciata dicendomi "vedrai che CE la FAREMO". Infatti è anche grazie al suo aiuto che sono riuscita ad affrontare la gravidanza di Alessandro. Mentre stavo in travaglio era lì con me, una presenza discreta mai invadente, quando stavo partorendo era lì con la mia famiglia ad aspettare il polpetto che tanto si è fatto tanto attendere (28 ore di travaglio per poi scoprire che era in una posizione in cui non sarebbe mai nato e andare al cesareo d'urgenza..iuppiiii!!). Uno dei giorni che ero ancora ricoverata è venuta a dare il cambio a mia mamma, mi ha visto un po' nervosa e sfinita, dovevo anche cambiare il pannolino al pupo, mi ha guardato e mi ha detto: "vuoi che lo cambio io?" e ho risposto: "sì, grazie" perché io di lei mi fido. Ale l'ha ringraziata con una grande ciucciata sbavosa della sua maglietta.
Ale è cresciuto passando il tempo a sentire le nostre chiacchierate (per fortuna che non ripeteva all'epoca altrimenti sai che guaio!!!) e in giro insieme alla Seeeeeeena che pur di non lasciarmi sola il sabato o la domenica quando mio marito lavorava si è fatta km di passeggiate con passeggino e amica neo-mamma lungo lago, per mercatini, al percorso verde...
Il giorno delle nozze è stata lei a vestirmi perché un po' mia mamma era agitata, un po' doveva vestire il principino Alessandro e un po' doveva gestire tutti gli invitati che a mano a mano arrivavano. Quel giorno ha avuto una pazienza tale che non so come abbia fatto a non tirarmi il primo oggetto che le passava sotto mano. La sposa (cioè io) voleva che una composizione di fiori in stoffa le fosse posizionato in un determinato punto del vestito, al millimetro preciso ed è stata intransigente: quel coso doveva andare lì punto e stop! La testimone paziente ha tentato e riprovato finché la sposa non era soddisfatta, compiendo una missione che poteva risultare impossibile.
Quando poi le ho comunicato dell'arrivo di Marghi, sempre piagnucolosamente (sono una donna molto originale eh!) mi ha sempre abbracciato e detto: "ma è una notizia bellissima" e io continuando a frignettare le ho risposto: "non mi abbandonare". Mi ha guardato e con un sorriso ha affermato: "c'ero l'altra volta e ci sarò anche questa!"
Che dire? Io con lei sento che posso aprire il cuore senza sentirmi giudicata, ma al contrario accolta anche se non condivide il mio pensiero, le scelte fatte o che vorrei fare.
Sabato siamo andate ad un battesimo insieme e siccome ero senza marito mi ha aiutato con il pupo, ma aiutato aiutato nel vero senso della parola: dall'intrattenerlo, a giocarci, a metterlo seduto, a fare la pappa.. Per me tutto questo non è scontato, non è scontata la gratuità nell'aiutare, l'essere presenti, il volersi bene, il saper capire ed accogliere ed è da sabato che penso che meglio un'Amica con l'A maiuscola come la Serena che avere tante amiche con la a super mega minuscola. 
Se poi chiedi a mia mamma della Seee(R)eena lei ci infila sempre questa frase nel mentre del discorso: "Verò non è perché è la Serena ma io le voglio proprio un gran bene". Ci credo mamma: come si fa a non volere bene alla miticAmica Seeeee(R)eenaaaaa?!


sabato 17 novembre 2012

Ebbene si: ho un figlio BIONDO!

E' così: Alessandro, che ha due genitori con i capelli neri più della pece, è uscito fuori con i capelli più gialli della paglia! C'è da dire che da quando stava nella pancia mi sentivo che sarebbe nato con occhi e capelli chiari, come per questa bimba che aspetto sento che nascerà mora con occhi scuri (vi farò sapere se la previsione alla mammastradamus è corretta!).
Certo è che a me non interessa se mio figlio ha i capelli verdi, rossi, gialli, neri o marroni ma ci sono persone molto incuriosite dal nostro terzetto composto da 2 mori + 1 biondo. La categoria ai vertici della curiosità è quella delle "donnine" che incontriamo al supermercato:
"Ma che bel bambino, ciao amore!"
"Ale saluta la signora..."
Neanche fa in tempo ad alzare la sua manina cicciottellosa che, TAAAAAC, ecco qua la domanda delle domande:
"ma come mai così biondo?"
Signora mia, ma con tutte le domande che può fare, dalla più famosa "come si chiama/quanti anni ha?" al tormentone che non passa mai di moda "mi regali il ciuccio?", mi deve chiedere perché mio figlio è biondo come Mirko dei Bee Hive?!
E giù che parte la presentazione dell'albero genealogico a partire dai bisnonni in modo tale da far capire che le questioni genetiche non sono un'opinione e neanche in discussione!
Ci siamo sentiti anche dire per scherzo: "certo Gabriè che il postino...!"
Ehi ooooohhh frena che postino e postino ed ho risposto prontamente: "noi abbiamo LA POSTINA, peccato eh?"
Siccome sono 22 mesi che sento "ma..come mai così biondo?" oppure "certo che sto figlio è PROPRIO biondo" ho abbandonato la strategia dell'albero genealogico e mi limito a rispondere: "abbiamo parenti biondi in famiglia". So proprio sfinish!
Quando però tuo padre fa: "certo che sto fiolo è proprio biondo..da chi avrà ripreso?" tu pensi: papà non puoi farmi questo anche tu! Riprendi fiato, fai mente locale e capisci che bisogna sfoderare ancora la strategia dell'albero genealogico.
"Papà", faccio.
"Eh che c'è?" risponde.
"Ti sei dimenticato che forse sei tu quello che ha origini del trentino, che tuo padre era biondo con gli occhi verdi, che tua sorella è bionda con gli occhi verdi e che quando è nato mio fratello era più biondo di Platinette?!"
"Si ma Alessandro è un biondo ramato" afferma.
"E ti sei dimenticato che la nonna di Gabriele è bionda, il nonno aveva gli occhi chiari, la mamma di Gabri è bionda con gli occhi verdi e sua sorella ha i capelli rossi e occhi verdi?!"
Finita la spiegazione appare soddisfatto e prendiamo a parlare di un altro argomento: pfiuuuuuu! 
Ormai quando giunge all'orecchio la domanda delle domande sul biondume di mio figlio parte un jingle automatico: "abbiamo parenti biondi in famiglia" e vorrei tanto aggiungere "Ma scusate che non lo vedete che il bambino è la fotocopia del padre?", perché così è: mio figlio è uguale a suo papà solo in versione YELLOW!




venerdì 16 novembre 2012

thanks a lot!

Un piccolo post per ringraziarvi:

In cinque giorni la mia pagina facebook di "Si può fare: 25anni&2bebè" ha raggiunto 106 "mi piace" e il blog 2463 visualizzazioni! Un risultato molto soddisfacente per la sottoscritta e il merito è vostro!

Che dire se non GRAZIE di cuore a tutti?!
Un grazie speciale va poi a tutti quelli che stanno facendo una pubblicità sfrenata al blog e alla pagina fb.

Continuiamo così!

giovedì 15 novembre 2012

Il riciclon

Questo post nasce da un messaggio che ho ricevuto ieri sera da una mia amica in cui mi chiedeva di scrivere qualcosa su ciò che è veramente indispensabile avere quando arriva un bambino in questo tempo di crisi e precariato.
Ringraziandola per questo prezioso stimolo parto dall'esperienza avuta con il mio primogenito.
Non so se molti di voi lo sanno ma Ale è stato un dono della Provvidenza e quando abbiamo scoperto di aspettarlo, io e Gabriele, non avevamo niente fra le mani, neanche un tetto, ma avevamo in compenso quei "fantastici" contratti co.co.pro con cui campi a malapena in uno figuriamoci in tre!  Grazie all'aiuto dei nostri genitori, dei nostri quattro soldi (di nome e di fatto) e degli amici che ci hanno aiutato nei lavori, in tre mesi abbiamo creato la nostra casetta: è colorata come la desideravamo e non ci manca nulla, anzi guardandoci attorno abbiamo anche troppo! Ovviamente più in là di Ikea e Mondo Convenienza non potevamo andare: usando fantasia e ingegno abbiamo fatto sì di non riprodurre meccanicamente gli arredamenti esposti all'interno dei due cubi blu. La cameretta di Ale l'abbiamo dipinta (o meglio mio padre l'ha dipinta!) di celeste e mio cognato, che fa il grafico, ha realizzato degli stickers a tema animali della giungla che abbiamo applicato ad una parete. 
Mancavano i mobili per arredare la cameretta...Un giorno ci chiama una nostra amica e ci fa: "ho un amico che ha una cameretta Ikea in buono stato da dare via, ho pensato a voi, vi interessa?"
"Certo che si", risponde Gabriele. Così in men che non si dica abbiamo recuperato: cassettiera, comodino, lettino e mensole. Tò un bel risparmio! I miei, in seguito, ci hanno comprato l'armadio e la libreria sempre della stessa linea.
Mancava il fasciatoio...No problem! Mia zia, che aveva partorito tre anni prima, ne aveva uno in buono stato, comprensivo di vaschetta, ce l'ha dato e abbiamo fatto con quello. Verso i sei mesi di Ale, a causa del suo peso piuma, ci siamo accorti che stentava a reggerlo e ci siamo dovuti ingegnare ancora. Come? Andando da Io Bimbo, comprando un materassino da 6 euro per poi adagiarlo sulla cassettiera: ecco con soli 6 euro un fasciatoio nuovo di zecca!
Mancava il trio, i vestitini e il seggiolone...Mia mamma che lavora in una scuola attivò una campagna pubblicitaria fra le mamme dei suoi piccoli davvero efficace: semplicemente chiese se qualcuna di loro aveva oggetti per la prima infanzia, in buono stato, da poterci prestare. C'è stata massima solidarietà e una mamma, non è che mi ha prestato ma REGALATO: trio della Chicco, due seggioloni, fasciatoio per la macchina, sdraietta della Chicco, culla della Foppapedretti, passeggino leggero di Chicco e seggiolino mobile da tavolo di Chicco. Ho fatto il pieno in un pomeriggio! Sempre un'altra mamma mi ha dato in prestito vestiti e scarpine. Che dire poi di mia zia? Non è che mi dato vestiti di un figlio ma dei suoi due figli maschi! Praticamente fino a 9 mesi non abbiamo avuto problemi di abbigliamento! Senza contare i regali che ci sono arrivati per la nascita! Quando l'abbiamo battezzato ci siamo fatti regalare ciò che ancora ci mancava e ritenevamo indispensabile: lettino da campeggio, seggiola super accessoriata di Stokke (questa amici è utilissima e la consiglio caldamente a tutti) e seggiolone. Anche molti giochi di Ale sono del fenomeno riciclon ovvero ce li hanno dati famiglie che, avendo ora figli grandi, hanno pensato di non gettarli e di farci giocare un altro bambino: mio figlio. Abbiamo riciclato così tanto che Ale ha i seggioloni da entrambi i nonni, un passeggino e tanti giochi a casa dei miei (così io evito il trasloco ogni volta che vado da loro). 
Ma a parte il riciclon, a volte basta usare l'ingegno e si possono trovare delle buone soluzioni a costo zero, ad esempio per il fasciatoio. Se uno non può permetterselo o ha poco spazio basta rivestire con un pò di gomma piuma il sopra della lavatrice, adagiarci un asciugamano soffice ed ecco fatto un fasciatoio! 
Per Margherita invece il trio l'abbiamo ricomprato perché quello del fenomeno riciclon di Ale ci ha un pò abbandonato. Non sapete i negozi che ho dovuto girare per poterne trovare uno NORMALE cioè con ruote normali, colori normali, accessori normali ad un prezzo DECENTE (che in realtà decente non è per niente)! Alla fine ho preso un trio modello 2011 alla cifra di 639 euro perché il modello 2012 ne costava 790 di euro. E' tantissimo (anche se non è proprio uno dei più cari, basti pensare che alcuni costano 700/800/900 euro) e noi non potevamo permettercelo per cui sono venuti in nostro soccorso i Santi Nonni Materni che hanno provveduto anche per il fasciatoio di Marghe. Per quest'ultimo siamo andati a caccia di quello più economico (ma buono): marca Prénatal, costo 64 euro, invece che della Brevi o brand simili che partivano dai 69 euro in su (di questi tempi anche 5 euro fanno la differenza). Vi chiederete come mai ho ricomprato il fasciatoio se ho già un figlio di 22 mesi. Il pediatra ci ha consigliato di far stare i bambini in camerette separate, almeno all'inizio, perché essendo piccola la polpetta ed essendo Ale un grande portatore di virus (andando all'asilo) anche cambiarli sullo stesso fasciatoio potrebbe provocare qualche contagio che risulterebbe essere troppo rischioso per Margherita. Volendo dare retta al mio secondo super eroe (il pediatra) abbiamo affrontato questa spesa, o meglio l'hanno affrontata i miei. 
Comprato lo stretto necessario ci mancava l'armadio per la pupa. Dove troviamo i soldi per un armadio?! Ricordandoci che nel nostro garage c'era una parte dell'armadio della camera dei figli di mia zia, l'ho chiamata per chiederle se potevamo usarlo e così abbiamo risolto. Mio marito e mio padre l'hanno rimontato; ora la bebi ha un bellissimo e capiente armadio arancione concesso gentilmente in prestito dai suoi cuginetti. All'interno ho inserito una cassettiera in plastica che avevo in un altro armadio e ci ho messo i suoi vestitini. A proposito...come ho fatto per i vestitini della bambina se avevo un maschietto prima?
Ho ricicliato il riciclabile di Alessandro: tutine bianche, verdi, turchesi, a righe, jeans, magliettine bianche, calze, body e in più non mi sono vergognata di chiedere! Ho chiesto ad una mia carissima amica, che aveva partorito da poco, se poteva prestarmi i vestiti della sua bimba mano a mano che cresceva. Così la piccola Livia ha prestato alla mia Margherita i suoi vestitini fino a 3 mesi e insieme ai suoi genitori hanno già regalato a Marghi dei calzini e un porta ciuccio!
Noi abbiamo comprato solo i quattro cambi per l'ospedale e le tutine massimo le abbiamo pagate 13 euro...il resto è riciclon!
Un'altra nostra amica, invece, ci ha prestato il tutone per metterci la bebé quando fa freddo e ci ha regalato una bellissima felpa rosa..
Ci sono oggetti che però io non comprerei mai, come ad esempio il girello che reputo inutile e ostacolante allo sviluppo motorio del bambino. Ovviamente per un genitore è molto più facile e comodo mettere su quel trespolo il figlio piuttosto che corrergli dietro mentre gattona o prova a muovere i primi passi. Mio figlio ha iniziato a gattonare a 9 mesi e ha camminato a 14 mesi e 1/2; io e mio marito ci siamo spezzati la schiena ma abbiamo comunque detto no al girello. Come abbiamo detto no all'uso eccessivo del passeggino. Nostro figlio a 18 mesi ha deciso di boicottare il passeggino e di voler camminare da solo. Noi lo abbiamo assecondato: gli abbiamo insegnato che quando si cammina si da la manina a mamma e/o papà e non si corre. Alessandro, che ora del passeggino non ne vuole sapere, sa camminare per la strada a fianco di un adulto e se andiamo al supermercato sa che deve stare seduto sul carrello e non andare in giro per le corsie. Tanta pazienza e fatica ma comunque risultati molto più che soddisfacenti!
L'unica cosa su cui io e Gabriele non risparmiamo sono i libri: quelli glieli compriamo appena possiamo, indipendentemente dal prezzo. Meglio un buon libro che un gioco o un vestito inutile. Ale a 2 mesi aveva già il suo libricino sofficie e morbido che manipolava felice.
Per i pannolini ci regoliamo così: siccome la pelle di Ale tollera solo i Pampers Progressi (i più cari in commercio) e BabyDry (mediamente cari) noi  andiamo a caccia di offerte recuperando il maggior numero di volantini e chiedendo a mia mamma di aguzzare l'occhio quando va fare spesa nei suoi supermercati di fiducia per vedere se lì sono a prezzo scontato. Questo ci permette di risparmiare un bel pò di soldini.
Io sono arrivata a questa conclusione: in tempo di crisi si fa con quello che si può, non c'è niente di male nel passarsi/prestarsi i vestiti e/o nel chiederli in prestito ad altri; l'importante è che i nostri figli vadano in giro in maniera dignitosa e decorosa. Poi è sempre gradevole potergli comprare un bel capo di abbigliamento come una camicetta o un maglioncino, l'importante sta nel non eccedere e nel non immergere già da piccoli i pargoli nella macchina delle marche.
Sicuramente ciò che conta non sta tanto nelle cose materiali che riusciamo a garantire ai nostri figli ma nella relazione che riusciamo ad instaurare con loro dedicandogli tempo di qualità e non di QUANTITA'.

mercoledì 14 novembre 2012

Mio figlio e mio fratello

Mio fratello segnato all'anagrafe come Federico, per mio figlio è stato "Cuki" (come i sacchetti per surgelare gli alimenti!) e attualmente ha raggiunto lo status di zio "Chico". Preoccupato dal fatto che suo nipote potesse diventare un bambino quattr'occhi appassionato solo di libri ha avviato una vera e propria scuola di divertimento sfrenato che apre ogni volta che si vedono. Ora che mio fratello è a casa a causa di un post operatorio si vedono molto di più e la scuola apre con una certa frequenza.. Le ultime due avventure a cui ho assistito sono: "sul triciclo in due" e "esploriamo il primo piano di casa mentre lo zio ti porta in giro con il seggiolone". Ce ne sono state altre meritevoli come "corse pazze con il triciclo" dove mio figlio va sulla macchinina e mio fratello lo segue scorrazzando per casa a cavallo di un triciclo per bambini di due anni, oppure "spadate con le bottiglie vuote dell'acqua minerale", "Hockey con le scope" dove mio fratello ha una scopa, mio figlio ne ha una in miniatura, lanciano raso terra una pallina e la recuperano con la mazza-scopa. 
In sintonia con la linea against football di mio marito, già da qualche mese gli fa sperimentare l'ebrezza del gioco del basket, che lui pratica da quando aveva 4/5 anni (ora ne ha 22)! Diciamo che a casa dei miei canestri, canestrini, palline, palle e pallette per giocare dentro e fuori casa non sono mai mancati e tutt'ora c'è qualche residuo con cui mio fratello gioca e fa giocare Alessandro. Quando non hanno voglia di andare a tirare al vero canestro mio fratello fa con le braccia un cerchio e diventa lui stesso un canestro reale dove il polpetto tenta e ritenta di far entrare la palla, gratificato da un caloroso "BRAVISSIMOOOOOO" ogni volta che fa centro.
Oltre alla scuola privata di divertimento, lo zio Chico ogni tanto fa qualche regalino fashion al nipotuzzo: l'ultimo cadeau conteneva un paio di scarpe Adidas che a prima vista Alessandro non ha tanto gradito; ora però dobbiamo nasconderle perché vorrebbe mettere sempre e solo quelle ma sono ancora un pò grandi. E' stato il primo che gli ha regalato una camicia "da uomo", come dice mio fratello , e un gilet alla veneranda età di un mese! Ha ricevuto anche la "peppa" (testuali parole di mio figlio), la felpa tradotto per  noi comuni mortali, della famosissima marca americana GAP. 
Il fratellino, che ha ben tre anni in meno di me, sa cambiargli il pannolino e mi è di grande aiuto quando a pranzo o a cena dai miei il pupo fa i capricci per mangiare. Perdendo con facilità la pazienza di fronte a questi capricci culinari, vengo spodestata da mio fratello che di buona lena si mette giù e lo fa mangiare: "n'te preoccupà Pisti (come lo chiama lui) ce pensa lo zio!".
Mio fratello è stato il primo a sapere dell'arrivo di Ale accogliendo subito la notizia con un grande abbraccio per me e un"Auguri Gabrie'" per mio marito, era fuori la sala parto mentre stavo partorendo facendo scherzi a mia mamma per farle salire l'ansia (mamma tranquilla questi son scalini per la salita in Paradiso!) ed era l'unico, fino a poco tempo fa, con cui mio figlio faceva delle conversazioni al telefono per  più di un minuto.
Quando lo zio esce e si salutano Ale appare sempre un pò rabbuiato..ma non ti preoccupare amore di mamma e sai perché? Oggi devo andare a fare dei giri con la nonna e sai con chi starai?! Ovviamente con lo zio CHICOOOOO!


martedì 13 novembre 2012

La booklist della gravidanza

Al quinto mese della mia attuale gravidanza mi ritrovo senza lavoro, con una placenta parzialmente previa, un figlio di 18 mesi da gestire durante le vacanze estive e tanto ma tanto tempo a disposizione. Sono passata dallo status di Ferrari a quello di Fiat in un battibaleno: AIUTOOOOOOOOOO! Superato il trauma iniziale e passata la fase alla "Desperate Housewife" ho impiegato e sto impiegando un po' del tempo a disposizione per leggere, un'attività che con marito-figlio-lavoro-casa-impegni vari raramente riuscivo a fare.. Chi conosce mio marito, poi, sa che è un avido lettore (oltre che scrittore!) e alla notizia "sai  forse mi dedicherò un po' alla lettura" ha ben pensato di regalarmi una tantum qualche bel libricino..giusto per riempire ancora di più le sette librerie che abbiamo in sala, i vari comodini e il tavolo dello studio!! A parte gli scherzi, apprezzo molto questi suoi piccoli regali che lui sceglie con cura non sulla base del suo gusto personale, ma su cosa potrebbe piacermi. Mio marito con i libri mi dice e mi ha detto frasi d'amore bellissime (ho rubato la frase a qualche film?!?Spero di no!!!)..
Dopo questa parentesi di smielamento e squagliamento vi propongo la mia "Booklist della gravidanza"! I libri sono ordinati in base al mio personale gradimento e ci tengo a dire che non sono tutti quelli che ho letto in questi mesi (leggo veloce io, me ne ha regalati troppi Gabriele o ho molto tempo a disposizione?!?!)
Pronti??Viaaaaaa!!


  1. Nicolas Barreau, Con te fino alla fine del mondo, La Feltrinelli
  2. Chiara Cecilia Santamaria, Quello che le mamme non dicono, Rizzoli
  3. Paola Calvetti, Olivia ovvero la lista dei sogni possibili, Mondadori
  4. Stefano Benni, Di tutte le ricchezze, La Feltrinelli
  5. Melissa Nathan, La tata, Baldini Castoldi Dalai Editore
  6. Sophie Kinsella, Ho il tuo numero, Mondadori
  7. Erri De Luca, Il torto del soldato, La Feltrinelli
  8. Paolo Sarti, Neonati maleducati, Demetra - Giunti
  9. Paolo Sarti, Giuseppe Sparnacci, Crescere è un'arte, Demetra - Giunti
  10. Alessandro D'Avenia, Cose che nessuno sa, Mondadori
Attualmente sul mio comodino ci sono:

Asha Phillips, I no che aiutano a crescere, La Feltrinelli 
Kristin Harmel, Finché le stelle saranno in cielo, Garzanti

Buona lettura e ricordate che come disse Bompiani "un uomo che legge ne vale due".


lunedì 12 novembre 2012

Quando l'inesperienza è tanta...

Quando l'inesperienza è tanta ci sono solo due persone che possono venirti in soccorso: tua mamma e il mitico pediatra!

Al compimento del sesto mese di Ale prendiamo l'appuntamento dal pediatra per il classico bilancio. Facciamo la visita e il dottore ci dice che è ora di dare il via allo svezzamento. Ci dà un promemoria con la ricetta e le dosi per la prima pappa. Tornati a casa mettiamo il foglietto in bella vista in bacheca e il giorno dopo partiamo: una zucchina, una carota, niente sale..fate bollire per un tot, togliete le verdure e mescolate 3-4 cucchiaini di crema di riso o mais insieme a 150 gr del brodo vegetale COLATO. Alessandro sembra ben gradire e procediamo tranquilli inserendo anche il pranzo (noi abbiamo iniziato dalla cena). Andava così bene che il pupo saltava anche la poppata notturna. Evvaiiii si dorme finalmente!!! Fra il settimo e l'ottavo mese fine della pacchia: il bebé riprende a svegliarsi la notte, piangendo (o è più appropriato dire ululando?!). 
"Che c'avrà sto figlio?", chiedo a Gabriele, con una voce da Robocoop, una delle prime volte che  il bebé riprende a svegliarsi.
Lui intontito dal sonno prima muggisce un "mmmmm", poi elabora un pensiero di senso compiuto affermando: "prova a dargli un po' di latte". 
Proviamoci un po' e...attaccato al seno inizia a ciucciare come un lupo famelico. La storia prosegue per qualche settimana con le relative conseguenze: la mattina alzarsi è una tortura, pensare di fare 38 km per andare a lavorare dopo nottate passate in un loop dormi tranquilla-pianto isterico-tetta-latte-coccola-ninna nanna-prova a ridormire ed è già ora di alzarsi mi sembrava un'impresa alla 007. Guardavo quel foglietto del pediatra con le dosi per lo svezzamento, venerandolo in stile santino, pensando: "faccio tutto come c'è scritto! Com'è possibile che gli ritorni fame nel cuore della notte? Deve essere la smania dei denti". 
Un pomeriggio vado, dopo il lavoro, a riprendere dai miei Alessandro e parlo a mia mamma dei risvegli notturni e famelici del suo nipotino.
"Vero' ma tu ta sto fiolo glielo dai da magnà?", chiede mia mamma.
"Certo mamma, 150 gr di brodo colato, con 1/2 vasetto di omogeneizzato e la crema di riso o mais", rispondo con fare compiaciuto.
"Famme capì stai ancora a 150 gr di brodo COLATOOOOO? Ci credo che l'fiolo ha fame e ti si sveglia la notte! Gli devi dare il BRODO VEGETALE, il passato di verdure per capirci, aumentare le dosi del brodo e dell'omogeneizzato".
"Mamma ma sul foglietto c'era scritto che...", non faccio in tempo a finire la frase che lei mi fa: "ma secondo te n'fiolo di otto mesi magna come uno de sei?"
"Ovviamente no mamma, ma se nessuno me lo dice mica io nasco imparata!"
"Dai retta a me", continua, "dagli il brodo vegetale, tipo 200 gr, il vasetto intero di omogeneizzato e poi famme sapé se non è come dico io!"
Morale della favola: l'fiolo, come lo chiama mia mamma, fattasi una mangiata come consigliato dalla nonna, ha ripreso a dormire la notte..insomma aveva solo una gran fame!

Durante il viaggio di nozze, a quasi nove mesi, ecco che ad Ale compare il primo raffreddore. 
Amore di mamma non ti poteva venire quando eravamo in Italia, invece che qui a Parigi, con il pediatra a cinque minuti da casa, con le farmacie che vendono cose NORMALI e non come queste francesi   che si chiamano farmacie ma che vendono prevalentemente prodotti di bellezza?!?!?! 
Che facciamo come non facciamo, io e Gabriele decidiamo di dargli la Tachipirina. Dopo aver STUDIATO il foglietto illustrativo, secondo i nostri calcoli, dovevamo dare al pupo 2 gocce di Tachipirina ogni 6 ore.
La situazione resta invariata: moccico stellare, tosse, fiolo nervoso.. Al rientro dal viaggio lo porto un pomeriggio dal pediatra insieme a mia mamma.
"Sa dottore, non so se va bene, ma noi abbiamo dato ben 2 GOCCE di Tachipirina ad Alessandro...abbiamo sbagliato?", chiedo timidamente.
Il dottore mi guarda e insieme a mia mamma scoppiano a ridere. Il pediatra, dopo avere ripreso fiato, fa: "Signora mia, ma con due gocce di Tachipirina neanche un uccellino cura!"
Che cazzo di conti abbiamo fatto? Ale hai due genitori diplomati allo scientifico che non sanno neanche  fare una proporzione..siamo pessimi!
Finito lo spezzone simil Candid Camera e la mia figuraccia, il pediatra mi dice: "con il peso di suo figlio lei deve dargli 30-35 gocce di Tachipirina solo se ha la febbre che supera 38, per il raffreddore pulisca semplicemente il naso del bambino con un pò di fisiologica".
Morale della favola: la Tachipirina non serve per il raffreddore e in più ho collezionato una gran bella figura di merda!

Insomma, almeno per me, quando sono in difficoltà  posso solo chiamare due super eroi a salvarmi: il pediatra e mia mamma!

sabato 10 novembre 2012

Il ciuccio sì, il ciuccio no..

(Titolo da leggere canticchiando La terra dei cachi di Elio e le storie tese!)

La prima volta che mi sono posta la questione è stata all'ottavo mese della mia prima gravidanza quando sono approdata con mia mamma ad un negozio per bambini. Ovviamente l'inesperienza mia era tanta e l'esperienza di mia mamma un pochino attempata (oh mà non te la prendere!!!) per cui hanno provato a rifilarci una quantità industriale di oggetti per infanti: alcuni inutili ad intuito, ma altri..be' meritavano una riflessione. "Il biberon lo prendiamo" fa mia mamma e mi chiede: "il ciuccio?". Io la guardo e le dico: "IL CIUCCIO?!?!". Tono con il quale volevo far intendere che io il ciuccio a mio figlio non l'avrei MAI e dico MAI dato. Mia mamma, colmati all'istante i suoi vuoti da mamma di figli piccoli, guarda la commessa e afferma: "sì,  prendiamo anche il ciuccio". 
"Ma MAMMAAAAAAAA" faccio io, "il ciuccio NO". 
"Vedrai che potrebbe servirti", risponde con tono deciso.
Tornata a casa infilo il ciuccio in un angolo remoto dell'armadio del mio futuro bambino..Non glielo darò mai, penso, mica voglio regalare milioni di euro ai dentisti quando mio figlio sarà più grandino per colpa di un coso tondo di gomma! 
Una notte dopo dieci giorni dalla nascita del bebè non si vedeva il verso di dormire. Io e mio marito guardiamo l'orologio, le nostre facce diventano da perfetti zombie: erano le 4.30, Alessandro era sveglio da circa due ore e non ci pareva proprio l'andazzo da sonno. Abbiamo provato con le passeggiate  a passo svelto, lento, a ritmo di saltelli, accompagnate da canzoncine ma il polpetto di dormire proprio non voleva sapere. Appena lo poggiavamo nella carrozzina strillava come un forsennato...
Che fare? Guardo mio marito e dico: "proviamo con il ciuccio". Il problema, cari miei, era recuperarlo quel ciuccio, perché oltre ad averlo infilato in un angolo simil black-hall dell'armadio, lo stesso si era riempito di oggetti, vestiti, regali.. per cui anche ritrovarlo è stato un impresa niente male! Alle cinque abbiamo letteralmente sbaraccato l'armadio per trovare quello che era potenzialmente la nostra possibilità di avere due ore di sonno e cerca di qua, cerca di là alla fine il black-hall ce l'ha gentilmente restituito. 
Fase uno: risolta; fase due: leggere le istruzioni.. "E che cazzo", faccio, " Gabri va anche sterilizzato!". Vai in cucina, metti l'acqua nello sterilizzatore, mettici il ciuccio, attiva il coso, aspetta, preleva il ciuccio con le pinze (perché altrimenti non è più pulito), fallo freddare, dallo al pupo e... olé è l'ora della poppata! Fantastico! Mitico! Perse le ore di sonno possibili..evvai! Noi abbiamo comunque tentato e il ciuccio dopo la poppata glielo abbiamo dato: il piccolo si è addormentato ciucciando e gli è pure piaciuto quell'oggetto di gomma. Sfiniti ci ributtiamo a letto e penso "GRAZIE MAMMA!".
Ma non finisce qui! 
Il ciuccio che avevamo era il gommotto in caucciù e, siccome ero ossessionata dalla sterilizzazione, questo tendeva a "impelarsi" con una frequenza tale da doverne comprare uno ogni 20 giorni (se andava bene). 
Ok, cambiamo, proviamo quelli con il dischetto rigido sempre con la tettarella in caucciù... "Gabrieleeeeeeee", strillo una mattina, "corriiii vieni a vedere Ale!". Ale produceva una quantità di saliva tipo lumaca e ciucciando con una frequenza pari alla velocità della luce, faceva sì che la saliva ristagnasse nel dischetto irritandogli così il contorno bocca. 
Ok, cambiamo, gommotto in silicone trasparente. Che cosa fa il bimbo? Pensa bene di specializzarsi nel lancio del ciuccio notturno. Vi assicuro che recuperare di notte nei meandri di una cameretta, con un bambino urlante al seguito, il ciuccio TRASPARENTE è un impresa alla "Cast Away". Ringraziando il cielo la ditta che li produce ha pensato di farli in silicone colorati e da allora noi usiamo quelli: non gli irrita il contorno bocca e soprattutto facilita il recupero del ciuccio durante la gara del lancio notturno dello stesso.
Ho sviluppato una mia teoria sull'uso del ciuccio.. Diciamo che i nostri dentisti hanno fatto una campagna di demonizzazione dello stesso niente male. Cioè, mio fratello aveva cinque ciucci e non ha mai portato l'apparecchio, io invece, che non l'ho mai preso ho portato l'apparecchio e dovrei ancora portarlo!
Mi sono consultata con il pediatra, l'ostetrica, la dentista di famiglia e sono  giunta a questa conclusione: il ciuccio deve essere un piacere per il bambino. Ovviamente sopra i tre anni il ciuccio non fa bene al palato dei bambini, ma darglielo fino al di sotto di quella data non causa nessun problema, anche perché i denti cadono, poi ricrescono ed è proprio in questa fase che il ciuccio andrebbe eliminato. Ciucciare è una delle prime attività del bambino e il ciuccio se può soddisfarlo, gratificarlo, consolarlo non può che essere una cosa positiva. Quindi perché dire categoricamente no al ciuccio?
Allora care mamme e care papà fidatevi un pò più del vostro instinto e ricordiamoci che in medio stat  virtus!

Il ciuccio si, il ciuccio no...
Puoi dir di si, puoi dir di no..ma questa è la vita!

venerdì 9 novembre 2012

Il quartiere dove vivo

Il quartiere dove vivo è a pochi chilometri dal centro di Perugia. Diciamo che offre molti servizi fra cui supermercati, farmacie, asili privati e pubblici, agenzie di viaggi, negozi di abbigliamento, il distretto sanitario, la sede centrale della banca..insomma tutto ciò di cui un cittadino si dice abbisogni oggi. Ma ci sono molti risvolti della medaglia uno dei quali è l’elevato tasso di persone che, come si dice in gergo, “si bucano”.
Sotto il mio palazzo c’è un grande parcheggio contornato da verde e alberi e vi lascio immaginare cosa possa succedere: abbiamo un cimitero di siringhe conficcate nel prato.
L’appartamento dove abito era dei miei nonni che l’avevano acquistato appena costruito nel 1978. Io sono cresciuta qui, ho 25 anni e che ricordi questo problema è sempre esistito. Ora i residenti rimasti da quel 1978 (tutte famiglie “per bene” eh...!) mi dicono che addirittura la situazione sia migliorata rispetto agli inizi. Ed è proprio sui residenti che voglio soffermarmi (e non sulle istituzioni su cui da dire ci sarebbe altrettanto): io ogni volta che guardo “il cimitero delle siringhe” ho una forte stretta al cuore, mi assale la tristezza, l’indignazione e penso, fra le tante cose: “ma se succedesse ai miei figli come reagirei? Che farei?” oppure: “spero di potermi permettere, prima o poi, una casa perché i miei bambini non li voglio far crescere in questo degrado”; quando, invece, vedo le persone che si drogano, o che lo hanno appena fatto, e non si rialzano resto in allarme perché ho paura per la loro vita, le osservo dal mio balcone e se vedo che qualcosa non va sono pronta a chiamare i soccorsi. Le osservo da lontano perché, anche io, ho paura per me come persona e perché generalmente questi episodi di avvistamento, chiamiamoli così, sono sempre accaduti quando avevo con me mio figlio di neanche 2 anni. Ma le così dette “famiglie per bene” che abitano qui sono le “famiglie degli indifferenti” che lascerebbero morire quel cristiano malato di droga e ciò che noto in loro è un aurea di assuefazione al fenomeno: per queste persone che dal 1978 vivono e vedono questi fatti risulta essere normale tutto ciò. Se cerchi poi di avere uno scambio di opinioni con loro le risposte che riceverai saranno: “è il solito drogato”, “si drogano sempre”, “che ci puoi fare?”. Al contrario però se una persona del palazzo trasgredisce una norma del regolamento condominiale stai pure certo che in meno di 24 ore troverai un cartello appiccicato in bella vista sull’ascensore per ricordarti, senza fare nomi ovviamente, che le persone sono stanche di raccogliere briciole  della tua tovaglia che cadono, su una strisciolina di marmo di neanche 6 cm, perché tu la sgrulli dal  balcone e sai benissimo che non si può fare. Ma allora mi chiedo: sono più importanti le briciole cadute o il degrado che ci circonda?
Siamo sempre a puntare il dito contro il singolo e mai a raccoglierci insieme per prenderci carico di un problema che riguarda la collettività. E’ più facile arrabbiarsi per quattro briciole che per un prato che non si può utilizzare perché pieno di siringhe, oppure meglio essere indifferenti e fare lo slalom fra le siringhe quando si scende dalle macchine parcheggiate che fare qualcosa insieme per risollevare la situazione. Meglio portare nipoti e figli al parco a 700 metri piuttosto che fare qualcosa per riappropiarci di quello che abbiamo sotto il palazzo.
L’indifferenza che respiro mi fa rabbrividire: ci definiamo tutti brave persone, bravi cittadini si ma indifferenti a ciò che vediamo, sentiamo e viviamo. Inermi di fronte a qualsiasi fenomeno positivo o negativo, drogati anche noi, ebbene si drogati marci di indifferenza e paura. Drogati e assuefatti come siamo non abbiamo fatto altro che contribuire a creare un quartiere purgatorio.

Introducing...

Eccoci qui al primo post del mio Blog..
Diciamo che decidere di aprirlo e scriverci qualcosa è stato frutto di un paio di mesi di riflessioni e di momenti passati dalla più totale euforia "adesso apro e scrivo..iuppi duuuuu!", a momenti di sbasso totale, della serie "ma n'do vo io?". Alla fine mi sono decisa e martedì pomeriggio ce l'ho fatta.
In questo blog, tengo a precisare, non parlerò solo di "cose da mamme/neomamme/supermamme/mamme in e/o out" ma scriverò un po' quello che mi va, riflessioni, pensieri, considerazioni, su argomenti e temi vari, con un mio stile personale (ovviamente in italiano corretto,eh!).
Ora, non mi resta che auguravi buona lettura e incrociare le dita sperando che i miei post abbiano una buona risonanza e possano, se non proprio piacervi, almeno stimolare riflessione e discussione.
Ovviamente..SEGUITEMI (messaggio molto esplicito e poco subliminale)!

Veronica