giovedì 21 marzo 2013

Pensare in rosa non é solo roba per femmine

Si dice che le persone ottimiste vedano il mondo attraverso "lenti colorate di rosa". In effetti, il rosa non solo favorisce l'affabilità, ma attenua aggressività e malevolenza. Il rosa viene considerato un colore più materno ed è stato classificato come il colore delle bambine per eccellenza. L'azzurro, invece, il colore dei maschi: un colore che rappresenta lealtà, fiducia, fedeltà e integrità.. Se così fosse il mondo sarebbe una grande sfera popolata da esseri umani precisi, monotoni e ruolizzati...sai che noia! A mio avviso tutto ciò è tremendamente influenzato da un fattore culturale: nella nostra società sono presenti moltissimi stereotipi sulla differenza tra i due sessi, le loro abilità, i loro comportamenti, i loro sentimenti, il loro rapportarsi con gli altri. Esistono credenze molto diffuse e radicate sul fatto che i due sessi siano fondamentalmente diversi tra loro a livello psicologico. Si attribuisce ai maschi maggiore aggressività, autostima, spinta al successo e all'autorealizzazione, mentre alle femmine maggior socievolezza, lievelli di ansia, suggestionabilità, paura dell'insuccesso. Ma quando mai??? Ho conosciuto donne che a confronto Hulk era un agnellino e uomini più smielati di un Little Pony! Secondo me fra maschi e femmine sono più riscontrabili somiglianze che differenze. Le differenze possono evidenziarsi nella scelta dei giochi, nei compagni di gioco e nello stile relazionale, ma anche su questo un grande ruolo d'influenza lo hanno i genitori. Sulla base di credenze tendiamo a far giocare le bambine con le bambole e i bambini con le macchine e i soldatini, non rendendoci conto che anche la scelta dei giochi indirizza l'educazione dei figli verso gli stereotipi: maschio=avventuroso/forte, femmina= affettuosa/sentimentale. 
Mi piace vedere le facce delle persone che, passando per casa nostra, vedono mio figlio giocare con la cucina, che si  mette al braccio una borsetta o che vuole mettersi la crema per le mani. Vorrei spiegargli che quello che sta facendo è un gioco serio, perché il gioco che sta realizzando presuppone capacità rappresentative e meta-rappresentative.. Si signori, parlo proprio del gioco simbolico! Non possiamo neanche immaginare quanto i giochi simbolico-imitativi si integrino ad attività sociali sotto forma di giochi sociodrammatici nei quali ogni partecipante (bambole, peluche, animali ai quali il bambino attribuisce una personificazione) recita un ruolo. In questo gioco il bambino utilizza elementi della realtà per esprimere elementi assenti nonché sviluppa abilità linguistiche per comunicare le proprie rappresentazioni. Noi adulti, a volte siamo così sciocchi, da dire che non è una cosa seria il gioco o che se un maschietto trasporta un passeggino con sopra una bambola è roba da femminucce, non capendo che giocare può essere la cosa più seria del mondo per tutti gli apprendimenti che ne derivano.
C'è da dire anche che la distinzione dei giocattoli per maschi da quelli per femmine serve molto più a noi adulti che ai bambini stessi, infatti inserendo tali oggetti nella nostra vita ci ricordiamo che nelle nostre case è arrivato un bambino maschio o una femmina. Vedere dei comportamenti che esulano da ciò che la società reputa "normale" ci destabilizza, ma ricordiamoci che un giocattolo non può portare informazioni cariche di valore e dobbiamo viverlo come uno strumento per poter entrare in relazione con i nostri figli. 
Alexander Schauss, direttore dell'American Institute for Biosocial and Medical Research of Tacoma, ha scoperto che una tonalità di colore rosa, se usata nelle prigioni, tranquillizzava i detenuti violenti. La cella di Al Capone ad Alcatraz era rosa. Il colore rosa è stato usato negli istituti correzionali per ridurre il numero di suicidi e nelle scuole con ragazzi difficili per dissuadere da comportamenti violenti ed incivili. Le lettere di licenziamento in america sono scritte su fogli rosa per "attutire il colpo"... A fronte di ciò non è che sia proprio vero il giudizio che vede il colore rosa come quello più femminile in assoluto; ricevetela voi una lettera di licenziamento, foglio rosa o no, le pelotas vi gireranno lo stesso!

mercoledì 20 marzo 2013

The Versatile Blogger Award



Qualche giorno fa Paola di semplicementemommyp.blogspot.it, conosciuta su Instagram, mi ha  fatto un bellissimo regalo assegnandomi il premio "The Versatile Blogger Award" di cui la ringrazio tantissimo.
Ricevere il premio mi da l’opportunitàdi far conoscere sette cose su di me e di premiare a mia volta altri 15 blogger che hanno meno di 200 followers.
Cominciamo:
  1. Sono molto permalosa e mi piace avere ragione anche se so di avere torto!
  2. La mia città preferita è Parigi e se potessi ci andrei a vivere subito.
  3. Sono fiction dipendente: non me ne lascio sfuggire una!
  4. Adoro vestiti ed accessori colorati.
  5. Alterno momenti di amore per la cucina ad altri di odio profondo per i fornelli e derivati.
  6. Sono convinta che perseverare nella Speranza sia l'unica grande Salvezza.
  7. Ho messo cinque volte i tacchi nella mia vita, preferisco scarpe da ginnastica e ballerine.
Ed ora tocca a me premiare altri 15 blogger:

Ognuno di loro dovrà scrivere sette cose su di se e premiare altri 15 blogger con meno di 200 followers.
Buona fortuna!

giovedì 14 marzo 2013

OBIBO: il bavaglino in silicone!

Qualche settimana fa ho ricevuto una mail da Fattore Mamma in cui mi invitavano a fare una prova di un prodotto. Il loro team stava cercando delle mamme blogger disposte a provare il bavaglino in silicone naturale Obibo. Sapete benissimo che sono molto critica su alcuni prodotti che l'industria per l'infanzia produce, ma questo mi è sembrato molto interessante soprattutto per le caratteristiche ecologiche che lo contraddistinguono. Ho confermato, così, il mio interesse e oggi mi è stato recapitato il bavaglino. 
Il design è molto carino e "bambinesco", la collezione prevede molti soggetti "animaleschi". Personalmente a me è stato inviato questo nella foto sottostante che trovo molto grazioso.
Di questo prodotto mi colpisce molto la filosofia Green che ne sta alla base, infatti è in silicone naturale, non contiene BPA, Ftalati e Piombo.
Avendo una bimba piccola di tre mesi non ho potuto testare il prodotto ma posso, comunque, permettermi un paragone con il bavaglino classico in stoffa avendolo utilizzato durante lo svezzamento del primo figlio.
Il Bavaglino Obibo è dotato di una tasca raccogli cibo, un dettaglio tutt'altro che trascurabile se pensate che pezzi di pappa/cibo li possiamo trovare incastrati nell'angolo più remoto del seggiolone o addirittura fin dentro il pannolino! Inoltre è lavabile in lavastoviglie o con acqua calda e sapone cosicché può essere subito disponibile a fine lavaggio senza doverlo stendere e aspettare che si asciughi o peggio ancora doverlo rilavare, perché sono rimaste le affezionate macchie di cibo che non ne vogliono sapere di andarsene neanche dopo venti lavaggi con varichina e candeggina!
E' arrotolabile diventando molto pratico e facilmente "incastrabile" in qualsiasi borsa, facilitandone l'utilizzo anche durante i viaggi.
La confezione è molto semplice ma dotata di un'apertura frontale per far toccare con mano la morbidezza del silicone.
Qui sotto un'immagine riepilogativa delle principali caratteristiche del bavaglino Obibo.

Per scoprire il mondo Obibo potete visitare il sito internet: www.obibo.it dove potete trovare le caratteristiche del prodotto, i punti vendita e cosa ne pensano le mamme. Lo potete anche trovare nell'e-commerce di una mamma blogger, Chiara, autrice del blog ChiaraConsiglia: http://www.chiaraconsiglia.it
Per avere informazioni potete anche scrivere a info@polecler.com 
Obibo vi aspetta anche nella loro pagina Facebook  https://www.facebook.com/obibobavagliesilicone dove, fra le tante cose, potete postare l'immagine del bavaglino Obibo indossato dai vostri bambini.
Fatevi un giretto e soprattutto: provate per credere! ;-)




lunedì 11 marzo 2013

Spalle larghe, buona testa e ottime gambe

Una mamma lo sa: le preoccupazioni, i rischi, le ansie iniziano un secondo dopo aver messo al mondo tuo figlio. Mia figlia é tenace, voleva nascere da sola e ce l'ha fatta, solo che ha sofferto durante la fase espulsiva; si é fatta, così, un po' di "slampados" (incubatrice) e monitoraggio a Patologia Neonatale. L'ho vista per pochissimo tempo dopo il parto, il tempo di pensare: "sei come tuo fratello, solo con i capelli neri" e lei già non c'era più, era su una culla pronta per farsi un giretto a Patologia Neonatale. Ci siamo incontrate per la prima volta dopo sette ore dal parto, aspettavo con ansia il suo arrivo e quando me l'hanno portata in camera ho sospirato e dentro quel sospiro c'era tutta la voglia di partire per questa nuova avventura con lei. Ci deve essere, però, sempre una virgola o un punto e virgola fra te e le cose belle. Infatti, il terzo giorno di degenza, quando dovevano dimetterci, mi hanno riportato via la mia piccola Margherita perché doveva fare un'ecografia celebrale. Ho chiesto il perché e mi è stato risposto che alla nascita ha avuto un indice basso. Da allora ho acquisito la consapevolezza che io non capisco il "medichese" e che coloro che lo parlano, i medici, fanno molta fatica a tradurlo nel linguaggio dei poretti. Che cos'è un indice basso? Che cosa è un'ecografia celebrale? Le lacrime sono iniziate a scendere, mi trovavo da sola, volevo sapere ma nessuno era disposto a spiegarmi. Ho chiamato la nostra ostetrica, mi ha ascoltato, consolato ed è corsa in nostro aiuto.. Non ha fatto in tempo a parlare prima di me con il direttore di Neonatologia, sono stata chiamata prima io e dopo il colloquio ho ripercorso la strada al contrario per tornare in camera, piangendo, e nel mentre ho incontrato Concettina, l'ostetrica, che mi ha stretto in un caldo abbraccio.  Siccome il medichese non lo capisco, mi sono fatta suggestionare dai super termini non capendo cosa avesse mia figlia: avevo solo intuito che aveva delle cisti e che dall'ecografia le immagini risultavano suggestive. Concettina ha tradotto per noi il "medichese" e ci ha spiegato che queste cisti sono posizionate in una parte del cervello che è molto attiva in gravidanza ma inattiva nella vita fuori dalla pancia. Si possono formare a causa del CMV, della toxoplasmosi o per un eccesso di liquido visto che è una zona dove, in gravidanza, si producono neuroni e liquido. Stavano effettuando degli altri esamini per scongiurare i virus sopra citati, anche se dalle mie analisi risultavano negativi. Non volevano dimetterla..io non me ne sarei andata senza di lei! Ho fatto di tutto per riportarmela a casa e così è stato. Prima di Natale la bella notizia: CMV e toxo negativi sia sull'esame urine che sul cordone. Iniziamo un percorso di monitoraggio delle cistine: al primo mese eco celebrale e loro sono ancora lì; al terzo mese, qualche giorno fa, ci sono ancora, ma si sono ridotte a quasi la metà. E' iniziato un processo di riassorbimento quindi non è più necessario proseguire il percorso di monitoraggio. Pensi che sia finito, che il cerchio si sia chiuso, che puoi finalmente smettere di vivere con l'ansia che c'è qualcosa che non va e invece no. Vai dal tuo pediatra e dice che per chiudere il cerchio, per togliere qualsiasi dubbio è bene farla visitare da un neuropsichiatra. La bambina a dire suo  ha tutti i parametri nella norma, sono nella norma delle tabelle di un certo Ferrari. E' meglio comunque non lasciare nulla al caso. Allora anche se sai che è una cosa in più, che si fa solo per eliminare tutti i dubbi, si riapre la botola del senso di sconforto che rischia di risucchiarti. Sono pienamnete conspaevole di avere un pediatra molto scrupoloso, sincero, che non mi direbbe mai una bugia e se mi dice che, per lui, è tutto nella norma devo fidarmi. Mi sono sentita sprofondare lo stesso. Ringrazio il Cielo di avere Gabriele che in questi momenti controbilancia il mio pessimismo con una grande positività e grinta. In queste situazioni è lui la parte forte mentre io sono la debole, quella che cede. Sarà preoccupato anche lui ma sicuramente capisce che in questi momenti è più produttivo  uno spirito positivo e speranzoso. Affronteremo anche questa visita, insieme, confidando nel Signore che mai ci ha abbandonato. 
Una mamma lo sa: nel momento in cui diventa tale avrà bisogno di spalle larghe, ottima testa e buone gambe per non soccombere al suo ruolo e a quello che comporta.

giovedì 7 marzo 2013

Like Benedetta Parodi: ravioli di burrata con pesto leggero e ricotta salata

Oggi mi sento come la Parodi e voglio condividere con voi una ricetta che ho sperimentato ieri sera. Chi mi conosce sa che non sono Vissani e tanto meno amo smarmittare fra i fornelli! Il mio motto è: cose semplici, veloci e poco impegnative! Ieri sera avevamo ospiti a cena e certo non potevo presentarmi con la pasta in bianco! Ho preparato i ravioli di burrata con pesto leggero e ricotta salata. Di seguito ingredienti e preparazione.

Ingredienti per quattro persone:

  • 1 kg e 200 gr di ravioli mezzaluna di burrata (questi li ho trovati in un negozio di pasta fresca del perugino, per chiunque fosse interessato può scrivermi o lasciare un commento sotto così posso dare nominativo e indirizzo); nel caso non riusciate a reperirli credo che anche i classici spinaci e ricotta possano andare bene.
  • 12 pomodorini pachino
  • origano
  • timo
  • sale
  • olio di oliva
  • 100 gr di ricotta salata
  • pesto leggero (io ho usato quello "Fior Fiore" di Coop che ha un gusto molto delicato, altrimenti potete prepararne uno voi usando solo olio, basilico e pinoli, senza aggiungere aglio e formaggio)

Mettete in forno i pomodorini tagliati a metà e conditi con un filo d'olio, sale, origano e timo per 20 minuti a 180°. In una casseruola fate scaldare il pesto pronto oppure preparate un pesto molto leggero con olio, basilico e pinoli (niente aglio, né formaggio). Cuocete i ravioli e conditeli con il pesto, i pomodorini e una spolverata di ricotta salata.

Il piatto è veramente delizioso e ci si impiega in tutto una trentina di minuti per preparalo, molto meno per mangiarlo! Mi scuso perché una foto avrebbe fatto da cornice al post; le prossime volte sarò più precisa ma come detto sopra...non sono né Vissani, né aspiro a partecipare a Masterchef!




mercoledì 6 marzo 2013

La giornata tipo di Ale e le "tecniche di sopravvivenza" di una mamma

"Mamma io veglio", così inizia la mattina di Alessandro e se, entro due micro-nano-secondi, non ci dirigiamo nella sua cameretta inizia a chiamarci sempre più forte con tono piagnucoloso "mammaaaaa, mammaaaa, maaaaammaaaaa". Ok, è ora di alzarsi prima che si catapulti giù dalla culla in stile Spiderman. Felice di aver ottenuto ciò che voleva passa alla fase due: "mamma LATTE". Mamma latte vuol dire "mamma VOGLIO SUBITO il latte". Ciò non è possibile perché, anche se può sembrare da mamma degenere, non ci penso proprio a svegliarmi prima per prepararglielo! Le mie nottate sono spezzettate dalle poppate della piccola e per me quei dieci minuti, che potrei dedicare alla preparazione anticipata del latte, sono fonte di recupero sonno! D'altro canto penso che un bimbo debba essere educato all'attesa e iniziare aspettando quei pochi minuti che servono a preparare il latte mi pare un primo passo. Il problema è che non è un capriccio: Alessandro quando si sveglia ha fame.  Per evitare che, insieme al pianto a decibel indescrivibili, divori tavolo e seggiole abbiamo pensato di mettere meno biscottini nel biberon e di dargliene alcuni da sgranocchiare nell'attesa che lo scalda biberon emetta il BIP del "latte,caldo,buono e pronto".
Dopo che il piccolo leoncino si è saziato inizia la fase tre: cambio pannolino, vestizione, lavaggio mani&viso e lavaggio nasale. Per le prime tre più o meno ce la caviamo senza troppi problemi, ma il lavaggio nasale con soluzione fisiologica..apriti cielo! Diciamo che non abbiamo trovato ancora la strategia giusta: le trattative falliscono e i giochi per distrarlo dopo poco vengono lanciati per la camera.  Abbiamo solo capito che "gradisce" di più se l'operazione viene fatta dal papà. 
Finita la fase tre siamo pronti per andare all'asilo con la "Brumbri dadda" (la macchina del papà). 
Ore 16.50 suonano alla porta: è Alessandro che torna riaccompagnato da mia mamma. Finché c'è mia mamma e si gioca tutti insieme va tutto alla grandissima, ma quando la nonna deve riprendere la strada di casa ecco che Alessandro si trasforma in un koala attaccato all'arbusto (la nonna). Inizia la solita melodia: "nonna no dai", "Nonna no casa". Mia mamma ogni giorno adotta una strategia diversa: dove troverà tutta questa fantasia non si sa, ma forse è uno dei tanti trucchi segreti del mestiere di nonna. Fatto sta che funziona sempre, alla fine lui l'accompagna alla porta e si salutano in modo sereno. 
Alle 18.30 scatta l'allarme fame: "Mamma pappaaa???", "Mamma io fame". Capisco che all'asilo si pranza alle 11.30, la merenda è alle 15.45 e quindi ad una certa gli prende il morso della fame. Cerchiamo di cenare tutti insieme per condividere almeno un pasto ed avere un momento per ritrovarci tutti quanti.. Mio marito torna alle 19.30 o alle 20.00 per cui dalle 18.30, comprendete bene che la musica del "mamma pappa" è alquanto lunghina! Ovviamo così: se proprio, come dice la pubblicità della fiesta, "non ci vede più dalla fame" tappiamo il buco con un pezzettino di crackers, oppure nell'ipotesi migliore lo distraggo: mentre io preparo la cena lui gioca con la sua piccola cucina e prepara parallelamente la pappa per i suoi amici Laa-la, Winnie the Pooh oppure per me; ritrovandomi a mangiare melanzane e banane, calvolfiore-piselli e arancia...delle ricette molto alternative vegan, ma per avere il tempo giusto per preparare una cena decente questo ed altro! 
Nei momenti in cui devo gestire la casa mi faccio aiutare dal piccolo terremoto ond'evitare che lo ritrovi a fare qualche cosa proibita, come giocare con i cavetti dei caricabatterie o tirare fuori tutti i dvd dalle custodie.. Mi passa le mollette se devo stendere i panni, oppure le mette a posto se li ritiro dallo stendino, mi aiutata a svuotare la lavastoviglie  e quando è ora di apparecchiare lo facciamo insieme. 
Il nemico numero 1 di un tempo è stato sconfitto..sto parlando proprio dell'aereosol. Fino all'età di un anno ogni volta che dovevamo farglielo sembrava che lo stessimo scuoiando vivo; ancora mi chiedo come mai le forze dell'ordine non abbiano mai suonato alla mia porta. Le urla sono state sostituite da silenzio semplicemente appoggiando il mio Iphone sulla macchinetta dell'areosol.. Perché il mitico Iphone proietta episodi dei Teletubbies che catturano l'attenzione di Alessandro, facendogli dimenticare la tattica strillaggio stura orecchie.
Nei momenti in cui mio figlio ha inserito le pile duracell e non si può uscire perché ovviamente il tempo non lo permette (si conferma la legge di murphy per le mamme) un oggetto utile per farlo scaricare è il triciclo. Certo gli inquilini del piano di sotto prima o poi mi manderanno la lettera dell'avvocato per tutto il rumore che mio figlio produce sgassando con la moto (come la chiama lui). Lo scarica da morire girare come una trottola in sella al suo mezzo a tre route e chi se ne importa dei vicini...venissero loro ad intrattenere mio figlio!
Poi amici e amiche, lo strumento che mi salva in qualsiasi situazione è il CIUCCIO! Calma le crisi isteriche, consola, placa, addormenta.. E' come il robot da cucina Bimby..serve un po' per tutto!!!