domenica 31 dicembre 2017

Annabelle

Un giorno ho chiamato tuo papà e gli ho chiesto: “ti piace il nome Annabelle?”
“Annabelle?”
“Sì, Annabelle”
É stato un po’ zitto poi ha detto si. Ma era un sì poco convinto. Io lo conosco il tuo papà.
“Non ti piace?”
“No é che per me ormai si chiama ...”
Poi siccome ha capito che ero io ad esserci rimasta male mi ha detto: “secondo nome?”
“Secondo nome”, ho risposto sorridendo.

Ma tu Annabelle non sei arrivata, ti abbiamo perduta.

Non scorderò mai gli occhi di tuo papà quando mi ha detto la prima volta “io sono sicuro e tu sei convinta?”
È stato un attimo e le nostre anime si sono connesse.
Ci hai regalato un sogno, che abbiamo coltivato, cercato, sperato ma di cui ora non parliamo nemmeno più.

Nel mio cuore ci sei piccola Annabelle: tanto e sempre, come le parole del tuo papà “io ci penso sempre a lei”, che però ora sono anch’esse relegate chissà dove.

Abbiamo sempre pensato che tu fossi femmina, ogni volta non immaginavamo altro che una bambina con il taglio dei miei occhi ed il colore di quelli del papà. 

Sei stato il sogno più bello del mio 2017, in cui ho riposto tante speranze per una vita migliore.


Ti amo mia piccola Annabelle.

giovedì 28 dicembre 2017

il giorno dopo



Nelle nostre vite ci sono sempre i giorni dopo: ci sono i giorni dopo in cui ti senti pieno felice e carico, quelli in cui sei incazzato nero, quelli apatici, quelli in cui senti i reumatismi dei bagordi e poi ci sono quelli in cui senti tutti gli schiaffi (simbolici) che hai preso, giusti o meno che siano.
Questi ultimi sono difficili da affrontare, sono quelli in cui ti ritrovi a piangere, vorresti urlare ma non sei capace, non vuoi alzarti dal letto ma ti viene da vomitare, provi a metabolizzare le sberle prese. Giorni in cui i pensieri viaggiano, le domande ti affogano e ti chiedi se abbia un senso starci in questo mondo.
Ti chiedi seriamente se non sia meglio scomparire: un pensiero tanto forte quanto vigliacco, anche se richiede una buona dose di coraggio.

C'è speranza?
E mentre il tuo cervello sta per rispondere No, senti in lontananza le voci dei tuoi bambini: la speranza ha il nome dei tuoi figli ed il loro profumo quando mangiano i biscotti.

Piangerai tutte le lacrime del mondo e quando non ce ne saranno più, capirai che è il momento di iniziare a cambiare. Non importa a quale condizione, devi provare a fare di tutto per avere una vita senza rimpianti. Soprattutto per dimostrare prima a te stessa che non sei quella che dipingono e che vali tanto, più della superficie che la gente riesce a vedere e a giudicare.

I cambiamenti costano lacrime, tagli e sacrifici, ma migliorarsi dà la possibilità di aprire nuovi percorsi per vivere meglio ed imparare a stare al mondo.
Il punto è proprio questo: scegliere che realtà vogliamo, che vita vogliamo, che amore vogliamo dare.
L'amore non è un sentimento, ma una decisione: si decide di amare. Il sentimento è l'innamoramento, un sentimento mutevole, destinato a finire.
Sta poi a noi scegliere la vita che vogliamo senza ancorarci nel passato, senza farci schiacciare dal giudizio delle persone ne trovando sempre negli altri il male delle nostre vite.

Siamo fatti per cose grandi, nonostante le avversità.