giovedì 28 novembre 2013

Quattro anni fa


E' un emozione nella gola da quando nasce a quando vola 
che cosa c'è di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste 
che cosa c'è se adesso sento queste cose per te 
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione 
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu.

"Quando nasce un amore", Anna Oxa.

Ma come si fa a pensare che l’amore possa dissolversi così, scomparire all’improvviso. E i baci, le carezze, le speranze, l’amore? E io non ci credo. Noo, io credo invece sia rimasto sepolto, soffocato sotto una grande quantità d’interferenze, intrusioni, pressioni di ogni genere che nulla hanno a che vedere con l’amore. Io credo sia proprio così. Ma non sarà che quando due persone si amano fanno paura? A chi? All’infelicità! L’infelicità sembra diventata il motore del mondo. Rende parecchio. Due persone divise spendono più di due unite: due case, due automobili, due lavatrici, due dentifrici. Tutto doppio! Anche l’infelicità. E attenzione. Le persone infelici spendono di più perché hanno bisogno di premiarsi. No. Così non va...

Tratto dal Film "Casomai"















Grazie per il tempo pieno 
grazie per la te più vera 
grazie per i denti stretti 
i difetti 
per le botte d'allegria 
per la nostra fantasia 
l'amore conta
l'amore conta

"L'amore conta", Luciano Ligabue


venerdì 15 novembre 2013

Il blog compie un anno

Il 9 novembre il mio blog ha compiuto un anno ed io me ne sono dimenticata... Questo a conferma di quanto sia una blogger degenere, ma che tenta sempre di recuperare!
Con una settimana di ritardo celebro il primo anno di vita del blog "Si può fare: 25anni&2 bebè" che conta 73 post, 33 follower e 19.129 visualizzazioni di pagine. Non sarà tanto ma per me è comunque un bel traguardo!
Happy b-day blog!


giovedì 14 novembre 2013

GIU' LE MANI DAI BAMBINI

Mi ero proposta di parlare di un altro tema oggi rispetto a quello di cui mi accingo a scrivere.
Stamani su Instagram una mamma blogger ha segnalato dei profili di pedofili chiedendoci di bloccarli e segnalarli, invitandoci a non guardare le foto. Ho pensato che fosse cosa buona segnalare questi elementi ma mentre facevo l'operazione di segnalazione sono comparse le foto, foto pedo-pornografiche che ho stampate in testa, che non riesco a togliermi dalla mente neanche se applico volontariamente il meccanismo di difesa della RIMOZIONE. Sono lì tatuate. 
Non ho finito la segnalazione, non l'ho fatta perché mi sono sentita male, ho chiuso tutto e sono corsa al bagno perché mi veniva da vomitare. Mi sono ripresa, dovevo andare a fare delle commissioni di lavoro e poi in ufficio. Sono uscita di casa camminando come un' ubriaca, con gli occhi pieni di lacrime, guidavo e piangevo.
Ho pianto di dolore pensando a quei bambini, alle loro vite violate. 
Ho pianto di rabbia pensando a quanti follower aveva quel maledetto profilo e al fatto che fosse pubblico, accessibile a tutti, ho pianto perché la normalità è pubblicare foto di bambini violentati.
Ho pianto pensando ai miei figli.
Ho pianto perché mi é preso un istinto omicida. Tutti i miei veli di cristiana sono crollati, se l'avessi avuto/a di fronte l'avrei ucciso/a.
Ho pianto perché ora la pedo-pornografia  ha dei volti, prima era solo un fenomeno astratto.
In ufficio ho combinato poco, ho scritto quattro righe di un progetto perché nello schermo c'erano solo quelle immagini con quei bambini violati.
Sono tornata a casa ne ho parlato con Gabriele ed anche se non ha visto quelle foto, so che ha capito, so che ha sofferto come me, perché lui i bambini violentati li ha visti davvero quando ha incontrato i bambini soldato in Africa. Mi ha preso la mano e in quella stretta c'era tutta la comprensione per quello che stavo provando, perché sapeva che non ci sarebbe stato più ritorno, ma solo una ferita che resta. 
Se ne é andato al lavoro e sono rimasta a pensare di fronte ad una tavola apparecchiata, ad un pranzo non finito. Ho pensato ai miei figli, cosa farei se succedesse a loro. Ho pensato ai miei genitori a come hanno fatto a vivere per tanti anni con queste preoccupazioni, con questi pensieri, come hanno continuato ad educare me e mio fratello nonostante le trappole del mondo. Come si fa? Oggi lo chiederò a mia madre.
Ho pensato di tutto, di andare a vivere in montagna, come Heidi, isolata dal mondo, in un microcosmo perfetto con i miei figli. Ma so che è un pensiero sbagliato, perché non si può scappare, bisogna lottare.
Lottare per i nostri figli ed utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla polizia postale.
Io voglio un mondo migliore per i miei figli, non mi fermerò, sono disposta a lottare perché essere amati é un diritto di tutti.

PS.
Ci sono community che si sono già attivate ed una di queste é quella di INSTAMME: su Instagram potete trovare un profilo dove ci sono segnalazioni di utenti pericolosi e potrete segnalarne altri a vostra volta. Il profilo di riferimento è @instamamme_fermiamoli. Hanno anche una mail di riferimento a cui inviare segnalazioni: instamammefermiamoli@gmail.com.  
Vi lascio anche alcuni link di post interessanti scritti da mamme blogger http://instamamme.net/2013/11/14/fermiamoli/ ed  http://www.ricominciodaquattro.com/?p=2341


mercoledì 13 novembre 2013

Il senso di colpa della madre (NON)lavoratrice


Ora che sono tornata a lavorare sono presa dal senso di colpa che scaturisce dal fatto che il mio cervello ed il mio cuore dicono che passo poco tempo con i miei figli. Non posso andare in un negozio dopo il lavoro (non per fare shopping, ma per fare spesa o comprare cose per la famiglia) senza che una vocina dentro di me sussurri: "stai perdendo del tempo prezioso che potresti passare con i tuoi figli" oppure "sbrigati perché dovresti stare a casa con i tuoi figli". Allora corro, corro sempre da una parte all'altra con la speranza di poter guadagnare cinque minuti da poter condividere con le mie perle preziose. Posso anche ripetermi cento volte che non è la quantità ma la qualità del tempo che passo con loro a fare la differenza: il senso di colpa si insinua sempre nell'animo. 
Il fatto é che a me piace il lavoro che svolgo e non mi sento in colpa perché lavoro, perché finalmente, e ripeto finalmente, faccio qualcosa che mi gratifica, quindi non é questo il punto. Il nocciolo del problema sta nel tempo libero: prendermi del tempo per me fa scattare automaticamente "il senso di colpa della mamma degenere". Ora, ragionando logicamente, non credo che prendersi del tempo per se stessi sia così terribile, credo semplicemente che le mie aspettative non mi rendano libera di vivere serenamente quei momenti di tempo libero che mi ricavo. Vorrei essere la mamma perfetta che lavora ma sta anche con i figli, che si prende cura di loro, lava, stira, cucina, non urla, é paziente e amorevole..una Wonder Woman insomma! Invece, ho bisogno della babysitter e della nonna per gestire i figli, perdo la pazienza, preparo raramente i pasti, ho il cesto dei panni da stirare pieno e la casa con i mostri della polvere dietro le porte. Proprio il ritratto della mamma perfetta no?! 
Non é che quando non lavoravo andasse meglio, ero presa dal senso di colpa dovuto al fatto che non contribuivo economicamente al bilancio familiare. Certo ero una domestica d'eccezione, ma l'aspetto della realizzazione professionale, alquanto assente, mi faceva stare male, mi sentivo inutile. Questo, però mi ha dato modo  di attivare i neuroni rimasti creando questo blog dove condivido gioie e dolori della mia vita di mamma, moglie e donna (non in carriera!).
Ora, non so se per le altre mamme sia lo stesso, ma fatto sta che io mi sento fra l'incudine ed il martello, perché in entrambe le condizioni di madre lavoratrice e non, vengo schiacciata e sono stata attanagliata dal senso di colpa. C'è sempre un pezzo mancante che non mi fa sentire in pace, sembra sempre che insegua un treno su cui non riesca mai a salire. Sarà l'ideale della mamma perfetta, che so benissimo che non esiste, ma che continuo ad inseguire? 
Nonostante tutto rimane sempre un quesito in testa: lavoro e mi attanaglia il senso di colpa, non lavoro e mi strangola il senso di colpa, come devo fare?

mercoledì 6 novembre 2013

A VOLTE RITORNANO

Della serie a volte ritornano...ri - eccomi qui!
Guardando il blog sono stata presa dal senso di colpa della "blogger indisciplinata" ovvero di colei che per più di un mese e dico PIU' DI UN MESE ha trascurato il suo blog non scrivendo NEANCHE un post.
Dopo aver guardato la home page di blogger ed essermi fatta prendere dallo schiacciante senso di colpa, ho respirato profondamente (OOOOMMM OOOMMMM) e ho preso in mano la situazione: "Cara mia, bando alle ciance, riprendi in mano il tuo salotto virtuale, fatti passare l'ansia da pagina bianca e scrivi un post ORA e SUBITO"!
Quindi arieccomi qua!
Come sapete ho iniziato da due mesi un nuovo lavoro ed è stato un periodo impegnativo perché abbiamo avuto delle scadenze importanti in ufficio e soprattutto ho dovuto stabilire nuovi equilibri familiari, insieme a nuove abitudini. Ce la stiamo facendo, più o meno, è sempre tutto incastrato in stile tetris e tutto sempre molto precario, basta un niente per rompere i nostri fragili equilibri.. 
Nonostante tutto sono qui e sono TORNATAAAA, spero non per tediarvi!
Nei prossimi giorni nuovi post..stay tuned!

Veronica