Gabriele ha detto che sarebbe tornato alle 19.00, ma lo sai che come minimo potrebbe tornare fra mezz'ora, come massimo fra un'ora e più.
Infatti rincasa alle 19.30.
Prendi ed esci, vai da Acqua&Sapone sperando che non abbia chiuso.
È aperto, entri e ti ritrovi di fronte allo scaffale della carta igienica.
Siete tu, le due commesse ed una donna sulla quarantina.
Guardi le miliardi di confezioni di carta igienica: quella di marca, sotto marca, sotto sotto marca, quella che costa più e quella che costa meno, quella con il packaging più colorato e quella con il desing plebeo.
Sei lì di fronte ad un mare di carta, che serve fondamentalmente per pulirsi il culo e ti viene da piangere.
Ma che cazzo succede?
Veronica, devi solo prendere una scatola con dei rotoli di carta igienica.
Rimani lì immobile a pensare al vuoto cosmico in cui vivi. Perché nonostante lavori la mattina tutti i giorni più due pomeriggi ed il restante dei pomeriggi li passi a potare i tuoi figli agli allenamenti o stai con loro, sei scout ed hai il tuo servizio, ti occupi della casa e di un blog, sei circondata da persone, comunque sentì il vuoto cosmico salirti dentro. Ti chiedi perché non riesci quasi mai a trovare il tempo neanche per una ceretta, visto che sei in modalità orso marsicano o per una qualsiasi stupidissima cosa che sia per te e solo per te.
Ti chiedi perché ti senti arenata, affossata; ti domandi se i sogni che tiri fuori e richiudi subito dopo nel cassetto sia giusto inseguirli e dargli forma oppure se sia il caso di gettarli nel cestino.
Se bisogna osare o perseverare nella strada intrapresa.
Mentre elabori questo coacervo di pensieri realizzi che ti devi muovere, perché Gabriele alle 20.15 se ne va ad una riunione scout e maledici gli scout, perché sono malati di riunioni, soffrono della sindrome del fare e fissano riunioni quando in centro c'è Sharper, al quale non saresti comunque andata.
Rifletti anche sul fatto che questa settimana ti è andata bene: sei stata da sola solo tre sere, che aggiunte alle ore diurne fanno quasi tre giorni. Concludi che ti sei rotta i coglioni di stare da sola, ma che via questa settimana sono stati solo tre quasi giorni.
Alla fine afferi il pacco di carta igienica, quello con la confezione rosa, il tuo colore preferito, vai alla cassa e paghi con gli occhi rossi ed il mascara colato.
Sali in macchina, voli verso casa, scendi, sali le scale, entri, saluti e posi il bottino: nessuno si accorge che hai pianto.
Prendi il tuo vuoto cosmico sotto braccio, perché stava dietro di te da quando eri al negozio e ti rassegni al fatto che forse, funziona così.