lunedì 31 dicembre 2012

The best of 2012

Le cose buone di questo 2012: la mia famiglia!
Auguri di cuore per un ricco 2013!

Veronica


giovedì 27 dicembre 2012

Sul Matrimonio

Premetto che questo post vuole essere solo una personale riflessione che parte da un preciso punto di vista, quello Cristiano, senza voler giudicare nessuno.
Ogni volta che da persone, che si professano cristiane, sento affermare "non mi sposo se non ho un stabilità economica" o alla domanda "quando ti sposi?" rispondono in maniera evasiva "rabbrividisco", perché sento che manca qualcosa. Quel qualcosa, a mio avviso, si chiama fiducia nel progetto che Dio ha per noi. La mia storia mi insegna a fidarmi di Dio, infatti, chi avrebbe scommesso, se non Dio, su una coppia che dopo 4 mesi di fidanzamento si ritrova già ad attendere un figlio non programmato (passatemi il termine)? Analizzando da un punto di vista razionale la situazione in cui ci trovavamo, le possibilità di riuscita erano molto basse: niente casa, niente lavoro con posto fisso, poca solidità della coppia.. Eppure il Signore ha scommesso proprio su due ragazzi sgangherati come me e Gabriele.
Non è stato facile, il progetto che Dio iniziava a mostrarmi, inizialmente, non lo capivo e non mi piaceva neanche. Nella mia vita a 24 anni non pensavo di ritrovarmi mamma e moglie, avevo i MIEI piani: studio, carriera, viaggi, divertimento.. Invece il Signore ha sconvolto la mia vita iniziando a  mostrarmi la mia vocazione familiare. Ed io che mi credevo fino ad allora una brava cristiana di Dio non avevo capito nulla, anzi me ne ero creato uno modellato sulle mie personali esigenze! E' stato un lungo percorso di accettazione, accompagnato dalle catechesi dei 10 comandamenti e dal continuo supporto del nostro Padre Spirituale. E' stato difficile fidarsi, lasciarsi trasportare, ma nel momento in cui abbiamo detto "sì, sia fatta la Tua volontà", tutte le porte si sono aperte. E quando dici "sia fatta la Tua volontà" lo è nel bene e nel male, e non "sia fatta la Tua volontà solo se coincide con la mia!"
Il Signore non mi ha fatto mancare nulla, si è piegato a tutti i miei desideri: viaggiare ho viaggiato, lavorare ho lavorato, uscire con le amiche sono uscita, gli scout li ho proseguiti..avevo anche ripreso a studiare! Un figlio non mi ha tolto nulla anzi ho fatto più cose con Alessandro piccolo che quando non lo avevo. Dio ci chiama a grandi cose, ci vuole felici, fidiamoci di lui e la ricompensa sarà grande!
Ovviamente non sempre quello che ci fa vivere risulta di facile comprensione, le Croci che portiamo nella nostra vita le distruggiamo di "perché e per come" e invece di porci questi interrogativi dovremmo semplicemente accoglierle e ricordarci che siamo in grado di affrontare tutto affidandoci a Dio.
Non è semplice, anche io mi ritrovo spessissimo a domandarGli "ma perché?", a chiedere spiegazioni su una data situazione, a disperarmi se le cose non funzionano secondo i miei piani. Eppure mi dovrei ricordare che i tempi di Dio non coincidono con i tempi degli umani, come d'altronde le Sue dinamiche di vita.
Fidiamoci di Dio! Il matrimonio non è la tomba dell'amore, anzi né è la culla. E' un sacramento potente, in grado di renderci felici e generare felicità. Il Signore ci vuole nella gioia e non dobbiamo avere timore di Lui. Oggi il posto fisso ce lo possiamo scordare e anche chi ce l'ha può perderlo da un momento all'altro: che senso ha cercare una sicurezza economica per sposarsi quando tutta la dinamica che ci circonda è precaria? 
Apprezzo molto di più chi non crede e non si sposa, convive o sceglie il rito civile, piuttosto che quelli che si professano cristiani e hanno paura di mettersi in gioco con Dio.
Sono sicura che questo post scatenerà molte polemiche, risa, giudizi di bigotta nei miei confronti e quant'altro. Sappiate che a me non importa, questo è il mio pensiero e credo che è ora che i cristiani smettano di  aver paura a professarsi tali e comincino a vivere alla luce del sole.

"Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti. Ma Gesù le rispose: Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,38-42)

venerdì 21 dicembre 2012

A volte è proprio bello ricredersi

Il 10/12/12 alle 10.40 è nata Margherita da parto naturale. Ci eravamo messi nell'ottica che sarebbe nata da parto cesareo il 13 dicembre, una data anonima dovuta ad uno spostamento dall'alto, visto che già da un mese avevamo programmato l'intervento per il 12/12/12  (figo no?!).
Domenica 10 dicembre mi trovavo dai miei genitori quando verso le 20.00 sono iniziati dei dolori sospetti. Ero da loro a passare la domenica con Ale dato che mio marito lavorava e non me la sentivo di stare a casa da sola. Nel primo pomeriggio Gabriele scrive un post su Facebook dove  si augurava che il tempo passasse in fretta per poter tornare a casa visto che io e lui avevamo di meglio da fare come PARTORIRE! Mai post fu più provvidenziale: alle 23.15 circa della stessa sera eravamo al pronto soccorso ostetrico!
L'avventura inizia già da quando saliamo in macchina e mio marito si accorge che il veicolo era in riserva con la benzina: "dobbiamo fermarci a mettere benzina sennò all'ospedale neanche ci arriviamo!" 
"va bene", rispondo, "ma per favore non prendere le buche!"
Parte con una solida sgassata e come prima cosa prende una buca..eh no..non ci siamo penso!
"Gabrièèèè ti avevo detto di NON PRENDERE LE BUCHE!"
"Scusa e non ti preoccupare così facendo lo faremo prima!"
Ringrazio il Cielo di non avere avuto fiato a sufficienza per incenerirlo all'istante con una frase ad effetto.
Arrivati al benzinaio mio marito con un calma gandhiana mette benzina mentre io finisco di stritolare la maniglia della portiera. Perché sei sempre così PEACE&LOVE caro Gabirele?!
Parcheggiamo.. Il parcheggio non è il solito parcheggio, ma è quello dall'altra parte del reparto di ostetricia: "cioè mi devi far fare mezzo ospedale con le contrazioni?" chiedo in modo poco cordiale.
"L'altro ingresso è chiuso", risponde sempre con calma il mahatmarito.
Faccio un pronostico: forse fra 20 minuti con questo passo contrattile-lumaca riesco ad arrivare al pronto soccorso..NON CE LA POSSO FARE!
Al pronto soccorso ostetrico, come al solito, non c'è nessuno, suono alla postazione ostetrica ed arriva una dottoressa specializzanda poco dopo: mi visita, facciamo il tracciato e mentre ho il coso attaccato, con le contrazioni atroci inizia l'interrogatorio degli esami effettuati in gravidanza... Proprio quello che mi serve: dover rispondere quando hai una contrazione e devi stare seduta e ti serve solo il fiato per scaricare il dolore! E' vero che i dolori del parto si scordano: non me li ricordavo così!
La dottoressa mi dice che sono parecchio indietro. Che gioia,che bellezza..mi aspetteranno altre 24 ore di travaglio come per il primo figlio?! L'affermazione mi mette sul chi va là: vista l'esperienza avuta con il parto di Ale (24 ore di travaglio per fare alla fine un cesareo) non ho nessuna voglia di patire dolori, doloretti e doloroni per poi essere "squartata". Come se mi avesse letto nel pensiero la dottoressa mi chiede se voglio provare a partorire naturalmente. Io rispondo con un "ma non lo so..." e lei ribatte  con un "signora ce lo deve dire LEI". Rimango pietrificata e non rispondo. Mio marito prende la parola ed afferma: "sì, sì noi partoriamo naturalmente!"
Come come?! Noi?! 
Alle quattro e mezzo di notte sono in sala parto, dilatata di 4 cm, dopo aver usato come punchball mio marito ed essermi pentita amaramente di non aver detto subito si al cesareo.
Chiedo la parto analgesia perché "o me la fate o ve smonto la sala parto!".
L'anestesista arriva in tempi celeri. Mi fa una buona impressione: è gentile, mi spiega tutto, è veloce nella preparazione della magica pozione.. Fa effetto quasi subito e il dolore che avverto è di una intensità molto minore. Mi rilasso un poco, ci scappa anche qualche battuta e sorriso.
Alle sette c'è il cambio turno, le ostetriche che mi hanno seguito lasciano il posto all'ostetrica Antonella. 
Antonella non mi ha mai abbandonata, è stata sempre al mio fianco, mi ha incoraggiata, ha saputo coinvolgere mio marito. Ha reso quest'esperienza meravigliosa e degna di essere vissuta. Nonostante all'ultimo non ce la facessi più mi ha sostenuto sempre con dolcezza stimolandomi a non mollare. 
Alla fine ce l'ho fatta: è nata Margherita alle 10.40 "alla vecchia maniera", come dice mio marito.
Tutto è riuscito perché ho incontrato delle persone che hanno creduto che io potessi farcela a partorire naturalmente, nonostante un pregresso taglio cesareo. Ci hanno così creduto, trasmettendomi fiducia e positività, che alla fine ci ho creduto pure io e ho fatto nascere la mia bambina.
Vista l'esperienza del primo parto io non volevo tornare a partorire a Perugia e invece devo dire che a volte è proprio bello ricredersi. 


martedì 18 dicembre 2012

Fondere le tradizioni

A sette giorni dal Natale mi fermo un attimo e rifletto sul significato che per me hanno le tradizioni. Nella mia famiglia d'origine le tradizioni non sono state mai vissute come un obbligo, una morsa che toglie il fiato, piuttosto i miei genitori le hanno livellate in base all'esigenze della famiglia in quel preciso momento secondo la filosofia del "se si può fare si fa, altrimenti PACE!".
Quando siamo andati a vivere insieme io e Gabriele abbiamo dovuto fondere nella nostra nuova famiglia le tradizioni che in qualche modo ci portavamo dietro. Arrivati all'otto dicembre io ero pronta per fare l'albero, perché a casa mia così usava, mentre lui non ne voleva sapere dato che a casa sua si faceva solo il presepe e per di più la vigilia di Natale. Abbiamo trovato un accordo ed è nata la nostra tradizione familiare: l'otto dicembre si fa presepe, albero e decorazioni. Io mi occupo delle ultime due mio marito della prima. Ed è un momento magico perché, fra una pallina e una statuetta, riaffiorano i ricordi dell'infanzia che ci scambiamo vicendevolmente come un regalo.
Fortunatamente non abbiamo dovuto discutere sul pranzo natalizio con i parenti perché i miei festeggiano il 25 dicembre a pranzo, mentre la famiglia di Gabriele il 25 dicembre a cena. Rispettiamo entrambe le tradizioni delle nostre famiglie di origine (senza far torto a nessuno!) e anche noi siamo sereni perché non viviamo questo momento come disparità e affronto personale (cosa che potrebbe verificarsi).
I miei figli sono ancora piccolini ma spero che anche loro, magari il prossimo anno, possano partecipare all'allestimento festoso della nostra casa perché questa tradizione che abbiamo creato mi piace proprio! Spero anche di poter scrivere con loro la letterina di Babbo Natale (una tradizione universale), di decorarla, inviarla e d'altro canto mi auguro, di non dover fare mai con loro i cappelletti di Natale! Io non amo cucinare e se proprio avranno questo desiderio li incoraggerò ad andare dalla nonna che è un ottima cuoca e sarà sicuramente felice di insegnargli "l'arte del cappelletto"!
Fortunatamente evitiamo anche il famoso "tuor dei parenti", per me tanto snervante, dato che a pranzo e a cena li vediamo tutti, visto il piccolo numero di persone che compongono le nostre famiglie. 
Le tradizioni ci costringono in qualche maniera a fermarci, a guardare da dove veniamo, compongono parte delle nostre radici. E' giusto rispettarle ma non ci trovo niente di male anche a fare una selezione delle stesse: se ci devono angustiare che senso ha riproporle? Se invece ci fanno stare nella gioia e sereni perché non viverle insieme a chi più amiamo?

Questo post partecipa al blogstorming

venerdì 7 dicembre 2012

"io non mi sento italiano ma per fortuna o PURTROPPO lo SONO"

Ed ecco che mezz'ora fa mi chiama una povera specializzanda del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Perugia. 
"Signora Zucacci?"
"Eh no, ZUCALLI", rispondo. Come al solito il mio cognome nordico è parecchio ostico agli umbri.
"Ah, Lucalli", si scusa.
"No, Z U C A L L I Veronica", dico facendo lo spelling, che è l'unica soluzione in queste circostanze.
"La chiamo per comunicarle che le abbiamo spostato il cesareo al 13 dicembre..."
Per fortuna che alla notizia mi trovo già seduta altrimenti sarei andata a quattro di spadi bella bella a baciare il pavimento.
Con un preavviso di cinque giorni, dopo che da più di un mese sono venuta IO a concordare con UN dottore il cesareo mi chiamate per dirmi che lo rinviate di un giorno? 
Sono andata subito in panico.. Che faccio? Mio marito, giustamente, suggerisce di chiamare la ginecologa. Alla prima non risponde, allora chiamo la mamma che dice "stai tranquilla", richiamo la ginecologa e non mi risponde, allora mando un messaggio a Serena che risponde ottimisticamente "dai il 13 è Santa Lucia!", richiamo la ginecologa e finalmente risponde.
"Dottoressa mi hanno spostato il cesareo al 13, è corretto?"
"A livello ostetrico non cambia nulla, certo a livello di correttezza umana cambia. Purtroppo è co sta gente che si deve lavorare..."
Ho capito tutto: qualche grande cervello medico avrà dovuto imbucare una sua paziente e hanno spodestato la prima che non è seguita da un dottore che lavora anche in ospedale. La mia ginecologa, infatti, esercita solo privatamente e questo per me partoriente non è a favore. Funziona così: ti rivolgi ad un medico che lavora privatamente e all'ospedale pubblico hai la corsia preferenziale, sei di serie A, il tuo medico non sta al pubblico?! Lo conoscono poco?! Serie B se ti va bene, altrimenti anche la C, la D o la prima categoria!
Molti durante la seconda gravidanza mi hanno consigliato di cambiare ginecologa, di rivolgermi ad un dottore che fosse anche ospedaliero ma io ho detto NO. Fra me e la mia ginecologa si è instaurato un rapporto di fiducia che si è costruito nel tempo, conosce la mia storia: è un rapporto fatto di ascolto, accoglienza, consigli, scambi, sorrisi.. 
Non è poi questo il punto: se la sanità è pubblica tutti dobbiamo essere allo stesso livello, trattati in egual modo e misura. Purtroppo non è così, perché già quando ti presenti e dici che sei seguita dalla Dott.ssa X che non è ospedaliera distorcono la faccia.. Figurati quando devi partorire: non sei figlia di nessuno e quindi CAZZACCI tuoi!
E chi non se lo può permettere un ginecologo privato come fa? Io sono d'accordo con chi propone che i medici esercitino o SOLO pubblicamente o SOLO privatamente, si eviterebbero disparità di ogni tipo da quelle umane a quelle economiche.
Il sistema italiano in queste situazioni si manifesta in maniera evidente: per andare avanti devi avere conoscenze e raccomandazioni. Non ce l'hai? Il posto in ultima fila, se c'è, è per te.
Ha ragione Gaber quando canta  anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente". Io devo "solo" partorire figuriamoci chi ha malattie gravi e serie come fa se non ha soldi, raccomandazioni e conoscenze.


giovedì 6 dicembre 2012

Per sognare Parigi

Prima di leggere o mentre leggete ascoltate questa canzone: 


Ci sono città che fanno sognare e ti fanno innamorare di loro, per me questa città si chiama Parigi. Nonostante abbia visto parecchie città nessuna mi ha rubato il cuore come lei. Ho sempre detto che sarebbe stata la mia ultima meta, a causa di una spiccata antipatia per i cugini "mangia ranocchie", ma ora se potessi ci andrei a vivere subito abbandonando tutte le mie certezze e radici Perugine. 
Questo amore nasce perché qualcuno me lo ha trasmesso e quel qualcuno è mio marito Gabriele. Gabriele ha vissuto a Parigi lavorando per uno dei musei più prestigiosi del mondo: il Louvre. Vi assicuro che visitare una città con una persona che la conosce come le sue tasche assume tutto un altro sapore: non hai problemi di lingua in primis, scopri angoli nascosti non segnalati dalle guide, sai dove andare a fare spesa, dove andare a mangiare qualcosa di buono a colpo sicuro, sicuramente non sbagli metro, strada o linea del bus. Soprattutto io ho potuto visitare il Louvre con la mia love-guida personale che ha fatto una selezione delle cose migliori da vedere spiegandomi ogni sezione del museo, i quadri, gli autori e indicandomi come quelle finestre sopra i tetti del Louvre ospitano gli uffici delle grandi menti che lavorano e ruotano intorno al museo. 

Ho scoperto che di fronte alla Gioconda c'è un quadro meraviglioso, "Le nozze di Cana", di Paolo Veronese, che mio marito trova molto interessante, ma che nessuno calcola abbastanza!
Finalmente ai musei io non mi annoio più perché Gabriele sa spiegare quello che abbiamo di fronte con amore, passione e competenza che trasmette a chi lo ascolta. Rimango sempre affascinata quando mi parla di un quadro e mi chiedo: "sei normale amore mio? Riesci a contenere nel tuo cervello una quantità di informazioni incredibile: date, autori, storie, correnti, pettegolezzi.."
A me di Parigi piacciono anche le finestre dei palazzi: così grandi e senza persiane che permettono di fare penetrare una quantità di luce che riscalda l'animo! 

Ci sono stata due volte: la prima era un viaggio regalo di Gabriele per la mia laurea, la seconda era l'ultima tappa del viaggio di nozze e avevamo con noi Alessandro.
Durante il primo viaggio siamo stati a cena in un ristorante meraviglioso, il Bouillon Racine (http://www.bouillon-racine.com): un posto accogliente, ben curato, dove si mangia alla francese e in stile francese che per me vuol dire con I MINI TAVOLI sopra i quali a mala pena entra il tuo braccio e il piatto!
Parigi ospita una delle più belle librerie inglesi: SHAKESPEARE & COMPANY (http://www.shakespeareandcompany.com). Un posto per riposare l'animo, fare il pieno di una cultura che sembra stia scomparendo, accogliente ma allo stesso tempo disordinato, dove il tempo sembra essersi fermato ad Hemingway..

Queste sono solo delle piccole chicche che porto nel cuore e ho voluto condividere con voi, ce ne sono altre che custodisco segretamente e gelosamente..
Mio marito per il nostro matrimonio ha riscritto la sua personale guida di Parigi che abbiamo lasciato ad ogni tavolo degli invitati ed ha avuto un grande successo! Siamo così innamorati di questa città che siamo riusciti a mandarci pure i miei genitori, che non erano mai andati all'estero né tanto meno avevano mai preso un aereo. Anche loro sono tornati innamorati ed entusiasti!
Vengo assalita spesso da attacchi di nostalgia parigini e mio marito, rendendosene conto, mi regala dei libri ambientati in questa città cosicché con la mente possa trovarmi in quella rue o su quel preciso ponte, saziando così il cuore e contemporaneamente spaziando a tempi record nella città che tanto mi ha stregata.
Ora vi segnalo dei libri che regalano emozioni e sogni, dove Parigi fa di sfondo alle trame. Ovviamente indicherò solo titolo, autore, casa editrice e il booktrailer perché questo possa stimolare la vostra curiosità:
Nicolas Barreau, Con te fino alla fine del mondo, ed. La Feltrinelli http://www.youtube.com/watch?v=emg1VF9mAGU
Nicolas Barreau, Gli ingredienti segreti dell'amore, ed. La Feltrinelli http://www.youtube.com/watch?v=E200fafyHKQ
Kristin Harmel, Finché le stelle saranno in cielo, ed. Garzanti http://www.youtube.com/watch?v=MUDTke5lv1g
Mathias Malzieu, La meccanica del cuore, ed. La Feltrinelli, http://www.youtube.com/watch?v=R7-cymVWPl8



Perché qui? Perché ora? Quale posto migliore di Parigi per sognare? (Ratatouille)